Tra le cose straordinarie che mi sono successe in questo periodo includo senza alcun dubbio ritornare al cinema.
Ed è stato un ritorno davvero fortunato perché ho scelto “La pazza gioia” di Virzì.
I film di Virzì mi piacciono sempre molto, dal mio punto di vista è impossibile non rimanerne affascinati.
Anche se sono film che ti procurano un leggero nodo allo stomaco, una malinconica consapevolezza, anzi meglio quella sensazione “di uovo sodo che non va né su né giù”.
Il nuovo film di Paolo Virzì, scritto insieme a Francesca Archibugi, ha per protagoniste Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti.
La pazza gioia racconta qualche giorno nella vita di due donne psicopatiche, Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) e Donatella (Micaela Ramazzotti). Beatrice è una ricca affetta da sindrome bipolare che è stata sposata con un avvocato vicino alla classe dirigente dell’epoca berlusconiana, ma poi ha avuto una relazione tormentata e distruttiva con un criminale. Donatella è una ragazza umile, affetta da depressione, che vive nel tormento di un figlio dato in adozione e all’ombra di un padre inetto e di una madre incapace di amore.
Le due sono ospitate in una villa di campagna, una comunità terapeutica dove vivono operatori sanitari e alcune decine di pazienti, ma fuggono insieme e passano alcuni giorni nella libertà delle rispettive ossessioni.
Avevo visto un’intervista di Paolo Virzì con sua moglie Micaela Ramazzoti dopo il grande successo di Cannes. Raccontavano che questo film li aveva molto coinvolti e si erano anche divertiti a girarlo.
Soprattutto tra le due protagoniste si era creato un feeling pazzesco, al punto che il regista le seguiva sempre e pare che abbia inserito anche scene girate al di fuori di quelle previste.
La pazza gioia è un film che parla di malattia mentale ed è ambientato nel 2014, quando gli ospedali psichiatrici giudiziari erano ancora aperti. Quindi, tocca temi molto delicati, ma lo fa in modo onesto, sentimentale e generoso. Onesto nel mostrare la malattia e la sua gestione quotidiana, sentimentale nella relazione con i personaggi e le loro manie, generoso nello slancio con cui gestisce tutto questo materiale umano senza avere paura di nessun tema.
Ho trovato strepitosa Valeria Bruni Tedeschi nella parte della milionaria decaduta, ossessiva, sexy e completamente fuori di testa. Mi ha strappato spesso un sorriso.
Ho scoperto dopo che Virzi ha diretto il film utilizzando attrici e pazienti vere mescolate e non è per niente facile capire quali siano le une e quali le altre.
A fine film mi sono ritrovata con gli occhi lucidi e guardandomi in giro non era la sola.
Dal mio punto di vista non è solo un film che parla di problemi mentali, è soprattutto un film d’amore e di amicizia tra due donne.
Di come quel sentimento che nascerà tra loro che sono così diverse li aiuterà a capirsi e forse a cercare di risolvere una volta per tutte i tanti problemi che hanno.
E’ come solo grazie alla vera accettazione dell’altra, alla massima comprensione loro due capiranno che hanno gli strumenti per vivere la loro vita.
Se non l’avete visto ve lo consiglio senza alcun dubbio.
Se l’avete visto aspetto di sentire la vostra opinione.
Mimma
iori stefania says
Bella la tua descrizione !!!!Grazie del consiglio!!!!