Con Drusilla siamo entrate in sintonia immediatamente.
Pur avendo qualche anno di differenza e pur essendo un po’ diverse abbiamo costruito un’amicizia profonda.
In realtà, ci accomunano tante cose, una di queste è la gestione dei figli. O meglio, la nostra idea su come debbano essere gestiti è la stessa.
Abbiamo lo stesso stile: attente per alcune cose, assolutamente pragmatiche per altre.
La nostra routine è fatta di regole ferree, ma anche di esperienze wild.
Abbiamo pure gli stessi orari, questo sin da subito: durata del pisolino, giochi al pomeriggio, la cena e la messa a letto. Vi assicuro che questo ha agevolato molto la nostra frequentazione.
La festa della mamma italiana è alle porte, ma noi abbiamo già festeggiato quella araba, inglese e australiana, perché ogni nazione sceglie il suo giorno ed essendo noi inserite in una comunità internazionale finisce che le celebriamo un po’ tutte, così oggi vi vogliamo parlare di noi mamme!
Entrambe siamo estimatrici del metodo montessoriano.
Crediamo fermamente nel principio cardine di educare il bambino all’indipendenza, però quanto è difficile applicare e mettere in pratica tutti gli altri principi!
Oggi, data la vicinanza della festa della mamma, abbiamo deciso di fare outing.
Principi montessoriani che proprio non riusciamo a mettere in pratica:
1. “Abituare un bambino a fare con precisione è un ottimo esercizio per sviluppare l’armonia del corpo”
Pare che i bambini siano naturalmente attratti dai particolari e preferiscano compiere con esattezza e precisione determinati atti. Pertanto, sostengono che lavarsi le mani diventi per loro un gesto più interessante se gli viene insegnato a riporre il sapone nel posto giusto.
Allora, mia figlia ha 5 anni. Farle lavare mani, denti, fare pipì e la doccia è sempre stato un supplizio, una vera sfida, sin da quando ha diciotto mesi.
Le ho provate tutte.
– Approccio mamma giocoliera: “dai ti mostro un bel gioco, si chiama mettiamo le mani sotto l’acqua”, l’ho fatto tre volte poi ci siamo entrambe stufate, si capiva che era un bluff.
– Approccio educativo: “ti spiego come fare e perché lo facciamo”.
– Approccio autoritario: “basta, si fa, altrimenti non mangi”.
Ma l’unico approccio che ha davvero funzionato è stato l’ultimo: “non vuoi farti doccia dopo che siamo stati in piscina?? Ok. Poi non lamentarti se ti vengono i funghi.”
“Mamma ma cosa sono i funghi??”
“Ecco, vieni, ti faccio vedere le foto sui funghi…”.
“Ohhhh mamma che brutti i funghi, che paura, voglio fare la doccia…Ti prego portami a fare la docciaaaaaaaaaa.”
Metodo realistico batte metodo montessoriano: 1 – 0.
2. “Educare al contatto con la natura”
Viene suggerito di far vivere il più possibile il bambino a contatto con la natura, perché il sentimento della natura cresce con l’esercizio. Un bambino lasciato in mezzo alla natura tira fuori delle energie muscolari superiori a quello che i genitori pensano.
Perfetto, ma se viviamo in mezzo al deserto, come si fa?
Ma dai proviamoci. Prendiamo il vasetto di yougurt, mettiamoci la terra che nel giardino del compound, posizioniamo il semino nel buchino e ricopriamo con la terra. E ricordiamoci di annaffiare ogni giorno, non troppo altrimenti poi annega il semino.
Per tre giorni consecutivi cerco di assecondare questa passione per la natura, annaffia, accarezza la terra, metti il vasetto di yogurt al sole, rispondo a domande continue dei figli, l’attesa speranzosa di veder spuntare qualcosa mi ha già snervato e non resisto: “Tesoro qui ci sono 40°. Il nostro balcone è sempre esposto al sole, la terra che abbiamo usato non è vera terra, il semino probabilmente sarà finto. Insomma, fattene una ragione: da li non nascerà nulla! E poi se vuoi piantare qualcosa lo farai in Italia coi nonni!”.
E niente, non ce la faccio. Io vorrei tanto educarlo al contatto alla natura, ma la mia natura realista e pragmatica prende il sopravvento.
3. “Mai forzare un bambino a fare qualcosa”
Bisogna rispettare i tempi del bambino.
Rispettarlo quando vuole riposare.
Rispettarlo se non vuole fare un’attività e si limita ad osservare gli altri bambini lavorare.
L’educatore ha il compito di non forzarlo.
Ebbene anche su questo la cara Maria mi rimanderebbe.
Mia figlia sta frequentando un corso di nuoto, 7 volte su 10 non vorrebbe andare soprattutto ora che siamo agli sgoccioli. Pensate che l’abbia accontentata? Naturalmente no.
Ho deciso di applicare un metodo che lessi su un’intervista a Michelle Obama. Le figlie facevano un’attività scelta dai genitori e una dalle figlie. Mi sembrava sensato.
E poiché per me nuotare è importante, ti salva la vita. Si fa e basta. Ogni tanto è uscita dalla corsia, ma dopo 5 minuti l’abbiamo convinta a rientrare non mi piace che stia a guardare mentre gli altri fanno?
Sbagliato? Forse. Ma vorrei anche insegnarle a portare a termine un impegno anche a costo di forzare un po’, perché nella vita tante volte saremo tentati di mollare in fretta la presa e forse prima impariamo a perseverarepiù facile sarà dopo.
4. L’educatore montessoriano deve essere un angelo custode che osserva e non interviene quasi mai
“Il maestro deve ridurre al minimo il proprio intervento. Non è un insegnante che sale in cattedra e dispensa dall’alto il suo sapere, ma deve essere un angelo custode, deve vigilare affinché il bambino non sia intralciato nella sua libera attività. Deve osservare molto e parlare poco.”
Da qualche settimana ho chiesto ai miei figli di preparare la tavola da soli mentre io e il daddy prepariamo la cena.
Gli consegno prima la tovaglia coi tovaglioli, poi un piatto e un bicchiere per volta, le posate e infine l’acqua.
Però io non ce la faccio a vedere quella tovaglia penzolare tutta da una parte in maniera asimmetrica e confusionaria. “Bambini, ma vi sembra questo il modo di apparecchiare una tavola?! Venite qui e osservate bene come si fa. Da domani dovete essere capaci da soli. Se la tovaglia non è perfettamente dritta non si cena!”.
Esagerato? Forse. Ma a me le cose asimmetriche e disordinate danno i nervi!
Abbiamo un po’ giocato, ma non troppo!
Scherzare ci sembra il modo migliore per raccontarvi le nostre imperfezioni e per farvi gli auguri visto che domenica è la festa della mamma.
Essere mamma non sempre è facile, soprattutto se c’è sempre qualcuno che ti dice come andrebbero fatte le cose, mettendoti magari in condizioni di frustrazione.
La buona regola è un po’ di buon senso, equilibrio e farsi una risata.
E pregare
Parole di mamme nel deserto….
ps. fate anche voi outing
Annamaria says
Faccio outing subitissimo! La Montessori non mi è mai piaciuta. So che darò scandalo, con questa affermazione, ma ho come l’impressione che la santa donna abbia avuto a che fare con dei… robot non con dei bambini. Robot che nella maggior parte dei casi hanno un che di selvatico che non si sono mai tolti.
Insomma, la sana via di mezzo no?
Mammapiky says
Concordo…già parlar di “metodo” a me viene l’orticaria ed in più credo che se a quell’epoca potesse avere anche un senso, oggi è completamente fuori tempo. A me non piace pur riconoscendo la grande donna che è stata
mimma says
Non lo so alcune cose le trovo molto valide. Altre utipistiche e poco pratiche.
mimma says
Sai che alcuni sono stati segnati pare da qs metodo? in altri casi pare che abbia generato geni. Io so che in casa è dura applicarlo, mentre magari a scuola può essere valido. Un abbraccio
silvia says
Come mi rivedooooo!! A parte il discorso natura/piante,ma qua in Italia in un’annata favorevole come questa,capita ai pollici neri come me, di avere qualche bel fiore nel terrazzo e mi faccio aiutare da loro..lo amano tanto così come piantare semi
mimma says
Io sono scarsissima da sempre. Sono cresciuta pure in mezzo alla campagna ma non ho mai fatto mio questo interesse. Sebbene mi piaccia tanto e concordo con te che i bambini sono felicissimi. Ma ahime qui è dura dura….
Giovanna Biancaterra says
grandissimo post!!!in questo periodo sono un pò in combutta con la Montessori, causa concezioni personali (tipo tovaglia storta AHAHAH!) e inapplicabilità di qualche metodo!!!! mi sento meglio….grazie!!!
mimma says
Che poi in terra straniera sembra che se non mandi un figlio in una scuola montessori non crescerai un figlio evoluto. Cara Giovanna quando sei in crisi scrivi a noi. Almeno ci confronteremo nella nostra ribellione a certi dogmi.
Mamma Avvocato says
oh oh…leggendo il vostro post non ho fatto che dirmi, tra me e me, “anche io, anche io!”
Uguale!
D’altro canto, siamo mamme, mica sante!
mimma says
Io l’ho scritto dopo doversi scambi vocali con Drusilla. Per scherzo dicevo certo siamo proprio le mamme modello…e da lì l’idea. Per riderci sopra un po’ . Non so se seguire certe regole significa essere sante. Credo che la pragmaticità vince sempre. D’altro canto pure i nostri genitori ci hanno allevato mica seguendo certe regole…no?
Sempre Mamma says
Io e la Montessori. ? Due pianeti diversi. Cerco di avere costanza e motodo nell’ educare mio figlio, ma gli strappi alle regole avvengono spesso.
mimma says
Penso che siano spesso necessari per sopravvivere. Mica è così facile essere inflessibili!
anna says
a me la Montessori mi spiccia casa… lasciamo stare va. Grazie del conforto. Anna
mimma says
benvenuta nel club!!!!
Eliana says
Metodo Montessori…
Cmq lo si voglia chiamare si tratta di assecondare l’unicità dei nostri figli…
Lasciamoli fare nel rispetto di loro stessi e degli altri…
Osservandoli da lontano…
Le nostre idee nn devono essere le loro…