Kuwait sta cambiando ve l’ho raccontato nel mio post su caffeina.
Non solo è piena di cantieri e nuove costruzioni, ma c’è un’aria diversa, un’atmosfera underground, un proliferare di nuove piccole aree molto “modaiole”.
Kuwait non è una meta turistica.
L’aeroporto piccolo, il mare rovinato dall’estrazione del petrolio, l’assenza di natura e di un bel deserto, ma soprattutto la volontà di rimanere “una via di mezzo” fanno si che non sia una meta che troverete nei cataloghi delle agenzie di viaggi.
Kuwait ha però sempre più la volontà di essere il paese di riferimento per il food nel Middle East. Questo sia per l’offerta della ristorazione, già vi avevo detto che è il terzo paese al mondo per numero di ristoranti, sia per la tipologia della proposta.
I kuwaitiani stanno investendo molto nella ristorazione. Il Kuwait vuole diventare il paese di riferimento nel Golfo. Certo il loro cliente tipo non siamo certo noi “western”, loro puntano ad attrarre gli altri abitanti del Golfo, ed hanno ragione. Si vedono sempre più macchine con la targa saudita e i voli sono pieni di qatarini.
Pare che inizino a preferire Kuwait agli Emirati non solo per l’ottima offerta, ma anche perché appunto è più conservatrice e rispetta i dogmi della loro religione.
Qualunque sia la ragione, io ne sto approfittando!
Ogni sabato cerchiamo di provare qualcosa di diverso e nuovo. La più felice di tutti è la mia piccolina.
Questa volta siamo andati da BAO.
Il nome deriva dal loro ingrediente principale: il panino cinese aka baozi, che si pronuncia baw o baw-wow da qui il nome BAO. Un pane leggerissimo cotto al vapore.
Il ristorante è situato in un angolo. Lo stesso proprietario ha aperto tre piccoli locali.
Bao Caffè che è nuovissimo e tutto grigio, poi Bao restaurant con la porta blu e l’insegna con mille piccole luci e poi Haute il re degli hot dog invece tutto rosso.
Il locale è piccolo: lungo e stretto.
Pochi tavoli. Credo sette o otto.
Sulla sinistra una lunga specchiera e a destra una parete rivestita di legno con piccoli quadri.
Il pavimento ha piastrelle con tanti piccoli cerchi come se volesse richiamare l’idea dell’insegna.
Tutto è circolare come il Bao, anche i piatti sono piccoli e tondi, di colore predominante è verde. Anzi, tutto è verde e grigio.
Mio marito una volta arrivati mi ha guardato con la faccia strana come ha chiedermi: “dove mi hai portato”. C’eravamo solo noi, abbiamo orari diversi, si sa.
Io vi confesso ero un po’ incerta, ma avendoci portato i miei genitori i quali hanno molto apprezzato, mi sentivo tranquilla, se è piaciuto a dei pugliesi doc e gran tradizionalisti può piacere a tutti.
Io adoro i locali così minimalisti, che però non lasciano nulla al caso.
Traspare il lavoro, la ricerca.
Il menù è semplice non ci sono tantissime portate.
Noi abbiamo iniziato con l’insalata di Quinoa. Era un mix di quinoa bianca e rossa, con avocado e qualche foglia di spinaci. Sul top c’era le rape rosse tagliate come piccole e sottili chips e poi caramellate.
L’insalata era condita con aceto balsamico e miele, credo.
Era gustosissima, leggera e fresca.
I Bao sono piuttosto piccoli.
Vengono serviti in piccoli box di carta riciclabile. Pare che sia grande interesse del proprietario lanciare questo messaggio.
Si mangiano con le mani e ti vengono proposti in modo che tu possa facilmente mangiarli.
Noi abbiamo ordinato qualcosa che contenesse del pesce, della carne rossa e del pollo.
Per Giada abbiamo pensato il Crispy Chicken, cioè una cotoletta di pollo, condita con una cremina giapponese e del cavolo croccante che lei ha creduto fossero patatine. Era buono, ma forse troppo speziato.
Ha così preferito il Tenderlon steak, ossia del filetto con una salsa molto neutra e nel top credo scaglie di pane. Mio marito ha scelto il Tempura shirmp, ossia dei gamberetti fritti in pastella con sul top cipolline croccanti.
Io sapevo cosa volevo, l’avevo provato con i miei genitori e su suggerimento di David, il mio informatore segreto. David è l’uomo che conosce tutto, o quasi, di Kuwait, soprattutto riguardo ai ristoranti “cool”.
Lui è americano e pare che la sua guida su New York sia pazzesca e molto ambita.
E vista la sua abilità a trovare posti a Kuwait non ho dubbi che sia così.
Il mio Bao si chiama Brisket Bao. Sembra un po’ il panino venezuelano “arepa”, è con il vitello.
Il procedimento credo sia lo stesso: la carne è marinata per ore, ridotta in piccoli brandelli, sul top cipollina croccante, peperoni e se ho capito bene una salsa si chiama ranch.
Una delizia.
Mia figlia ha adorato il BAO con il filetto e ci ha chiesto il bis.
Il suo, credo di poter affermare, che fosse il più buono o comunque il più neutro. La carne era tenerissima.
Vi assicuro che non lasciano pesantezza, retrogusto.
Le proporzioni sono perfette e i sapori davvero ben bilanciati.
Inoltre, la cottura è davvero ottima per tutti.
Il Bao che altro non è un pane cotto al vapore non vi lascierà pesantezza.
Mio marito ha deciso che il caffè l’avremmo preso nel locale accanto il BAO caffè. Era pieno di giovani, perché qui l’una è ancora orario per il caffè, il pranzo si fa alle tre.
Il locale anche questa volta aveva un look molto minimalista.
Mattoni in bella vista. Pavimenti vecchio stile. Legno, ferro e anche materiali vecchi, recuperati come la tv, la radio.
A mio avviso perfetto. Ho adorato la scelta dei colori delle sedie e i piccoli tavoli tondi.
Io ero molto come dire in sintonia con il locale.
Ovunque ci sono scritte inneggianti il rispetto dell’ambiente e la creazione di una community del caffè intesa come momento di “cultura”. Non potrei essere più d’accordo.
Per 90 giorni serviranno il caffè di Richard e sul muro c’è il countdown. Chissà dopo. Magari scrivo a Quarta caffè.
Vi assicuro che il caffè che mi hanno fatto era buonissimo. Per dirvi non ho dovuto mettere zucchero e questo la dice lunga.
Lo metterei tra miei 5 posti perfetti di Kuwait.
Anche qui bicchieri e piatti sono fatti con carta riciclabile.
Mio marito non ha resistito e ha preso un piccolo bao-donut ripieno di crema di datteri, per la piccola i fiocchi di cereali ricoperti di cioccolato.
Come dice Drusilla tutto era “da giù di testa”.
E’ stato un pranzo diverso e piacevole.
Bao ha accontentato tutta la famiglia.
Non so se davvero Kuwait è o diventerà la capitale del food nel Middle East, ma di sicuro è cambiata tantissimo rispetto a quando siamo arrivati.
Tutto ciò ovviamente mi rende felice, così posso continuare a “fare esercizi” di meraviglia.
Mimma
Info: Bao si trova in Kuwait City, St. Shark Khaled Bin Waleed ( vicino alla stazione di polizia di Sharq).
Ha ovviamente un account instagram: Bao_kw
Mariantonietta Capasso says
Brava Mimma! Articolo Ben scritto e Ben documentato!
Proveremo questo locale!!
Grazie!
Mariantonietta
mimma says
Mi dirai voi poi veri esperti. Grazie per i complimenti. Un abbraccio
Maria Angela says
Grazie!! lo proverò al più presto, il tuo racconto provoca andare adessoooooo!!!
mimma says
poi mi dirai. Spero di non deludere…..un abbraccio
valentina says
Adoro il brisket e la salsa ranch (e meno male se no da queste parti sarebbe un problema ehheheeeh)
Mammapiky says
Di questo paese e dai tuoi racconti, l’aspetto più piacevole che traspare e’ proprio quello della ristorazione. Ci hai mostrato locali curati sismi, molto carini e chic, i piatti diversi e internazionali, hanno stuzzicato sempre la mia curiosità… Quei panini sembrano veramente gustosi, come i dolci che hanno accompagnato il caffè….bellissimo il colore del tuo smalto!
mimma says
Cara diciamo che l’offerta è ampia, non tutto è buono e l’assenza di un bicchiere di vino o della birra a volte toglie un po’ di sapore però se si è curiosi si possono trovare davvero cose deliziose.