Come sapete nelle settimane scorse abbiamo dovuto affrontare una grave perdita.
E’ stato particolarmente difficile, non solo perché mio suocero è davvero, anzi era, una persona unica e speciale, ma anche perché eravamo quelli “lontani”, quelli con una logistica complicata.
Come al solito il volo per tornare in Italia sarebbe stato lungo, impegnativo, sfinente e sfidante.
E’ stato difficile convincere mio marito a rientrare in Italia tutti insieme, lui era preoccupato per la sfacchinata che ci attendeva e soprattutto perché non voleva che Giada partecipasse a un evento così triste. Senza contare che mio suocero aveva chiesto espressamente che le nipoti piccole non lo vedessero in quelle condizioni.
Io però volevo salutare mio suocero e volevo essere vicino a mio marito, che in questo momento aveva bisogno di me, anche se lui vuole fare sempre quello forte, razionale e pratico.
In poche ore, grazie anche alla collaborazione della mia famiglia, abbiamo trovato la soluzione: volo con destinazione Bari, via Istanbul. Mia sorella Daniela, arrivata solo il giorno prima in Puglia da Milano, sarebbe venuta a recuperare Giada a Bari e l’avrebbe condotta dai miei genitori. Io e mio marito invece avremmo proseguito il nostro viaggio nelle Marche in macchina.
Giada sarebbe stata con i cugini che non vedeva da agosto, con i nonni e con tutti i suoi amichetti.
L’unico timore era che Giada ricadesse nel vortice “voglio vivere in Italia” che dopo le vacanze natalizie era durato per più di un mese, con umore ballerino, lacrime e reale nostalgia.
Confesso di aver avuto paura solo di quelle due ore in cui lei sarebbe stata in macchina con mia sorella e noi da soli in un’altra macchina. Non prendetemi per pazza, ma che fossimo separati e su strade non mi faceva stare serena, per il resto sapevo che sarebbe stata benissimo.
Lei adora la Puglia, i nonni, gli zii ed i cugini.
Mio marito alla fine ha acconsentito.
Quando Giada è tornata a scuola e ha scoperto che l’indomani saremmo andati in Italia, ma che ci saremmo separati e lei sarebbe stata da sola dai nonni, è rimasta perplessa.
Era contenta, ma un po’ incredula.
Non le ho detto subito di nonno Gigi, mi sembrava di mettere troppa carne al fuoco.
Non è la prima volta che sta qualche giorno da sola dai nonni, ma di solito arriviamo insieme, io la faccio “stabilizzare”, prendere il ritmo con la casa, i nonni e dopo parto. Ma questa volta non era possibile ripetere questo processo, dovevamo separarci appena scesi dall’aereo.
Lei quella sera ha fatto fatica ad addormentarsi: “Mamma, ma davvero vado da sola? Prendo l’aereo da sola???”. “No tesoro, in aereo sarai con noi, solo in macchina starai da sola ma con zia Dani”.
Dopo un’ora me la sono vista spuntare ai piedi del mio letto con il suo cuscino piccolo e il suo alce.
“Mamma, ma se tu mi mancherai? Come faccio?”. “Chiedi a zia Dani di chiamarmi”.
L’ho fatta entare nel letto.
Abbiamo iniziato a parlare di tutte le cose che avrebbe potuto fare senza di noi.
Andare a fare colazione con la nonna, le ho promesso dei soldini per potergliela offrire, uscire nella notte, mentre io non sarei mai uscita nella notte. Vedere i pappamusci, visto che da noi ci sono dei fantastici riti della settimana Santa. Avrebbe festeggiato la Pasquetta che non ha mai fatto.
Insomma, l’ho rassicurata con un bel programma, ma alla fine le ho anche detto “se non te la senti vieni con noi nelle Marche”
Lei mi risposto: “No mamma. vado in Puglia”.
E si è addormentata serena.
Durante il viaggio più volte ci ha chiesto “e se mi mancate??”.
Ho chiesto a mia sorella se poteva venire a prenderla con i cugini. Sapevo che se avesse visto pure i suoi adorati cugini, che lei chiama fratelli, sarebbe stata da subito una festa.
Naturalmente non mi sono sbagliata!
Lei li ha salutati un po’ imbarazzata, ma con un sorriso da un orecchio all’altro.
L’ho abbracciata e lei mi ha detto: “Mamma non preoccuparti, starò benissimo!“.
E così è stato.
L’abbiamo sentita una volta al giorno, talvolta due, ma mai su sua iniziativa. Spesso era quasi disinteressata.
Un’amica ospite di mia sorella a fine vacanza le ha detto: “non ho mai visto una bimba di cinque anni che non chiede mai dei genitori in 4 giorni. Mai. Soprattutto in bambini che vivono lontani dai nonni e non sono abituati a frequentarli”.
Mia sorella è rimasta colpita dalla diligenza e indipendenza di mia figlia.
Mi ha detto che solo la prima notte è stata molto agitata, si lamentava e muoveva un sacco. Sicuramente era stanca, ma anche un po’ agitata.
Giada non è perfetta.
Quando è a casa io devo lottare per farle lavare i denti, ma fuori, senza di noi è molto diligente, ubbidiente. Sapevo che non avrebbe sofferto di nostalgia o almeno non avrebbe ceduto.
Ama sentirsi grande.
Noi spesso siamo riusciti a farle accettare il cambiamento facendo leva su questo.
Togliere pannolino, ciuccio, passare al letto grande, avere teacher e compagni diversi ogni anno.
Sei grande, sei cresciuta, sei pronta.
Essere figli unici e non avere fratelli avrà tanti limiti, ma l’ha abituata da subito a contare solo su se stessa.
Io stessa non sono una di quelle mamme che l’accompagna a ginnastica o danza e sta li a guardarla.
Preferisco uscire in giardino e lasciarla sola.
Ho sempre cercato di renderla autonoma.
Un po’ perchè sono stata cresciuta così, anche se io avevo sempre qualche sorella con me, un po’ perchè credo che i figli vadano lasciati andare. Devono sperimenatare.
Quando siamo andati a riprenderla lei non aveva nessunissima voglia di tornare in Kuwait.
Mi ha pure detto “mamma tu e papà andate in Kuwait. Io resto qui”.
Vi assicuro che sentirsi dire queste cose un po’ ti spiazzano. Io ci ho riso su, mio marito un po’ meno.
In aereo continuava a piangere, a dire che gli mancavamo i nonni.
Mio marito alla trecentesima volta che l’ha sentito era già in crisi.
Io no.
Sapevo che lei è così. Aveva fatto uguale quando il padre qualche settimana prima era andato da solo in Italia. Il primo giorno mi diceva che gli mancava ogni 15 minuti, poi il giorno meno solo 3, 4 volte al giorno. Confidavo e speravo nello stesso procedimento.
E così è stato.
Due giorni fa lei mi ha detto “Sai mamma, mi è piaciuto stare da sola in Italia”, io le ho chiesto: “non ti siamo mancati?? “.
Lei che odia ferirci, ha preso tempo e mi ha detto, “si mamma, ma poco. Sono stata bene. Posso farlo ancora??”
“Ma ti è piaciuto perchè non avevi regole e facevi tutto quello che volevi??”
“No mamma, la zia e la nonna non mi facevano fare tutto quello che volevo. Ma mi è piaciuto sentirmi grande!”.
Confesso di non aver riferito questa conversazione a mio marito.
Tra i due è quello meno pronto ad accettare ad avere un figlio sicuro e indipendente. Non e’ pronto al fatto che l’indipendenza e l’autonomia di un figlio significhi che può stare bene anche senza di te.
Mi sembra strano sentire di mamme che raccontano che non possono allontanarsi dalla stanza perche’ il figlio piange se non le vede, che non posso fare nessuna attività sennò lui si arrabbia perchè non ha tutta l’attenzione del genitore, o quelle che non mandano i figli agli asili perchè forse a casa con me sta meglio o hanno paura che sia troppo presto.
Non capisco quelli che mi dicono mia figlia con i nonni non ci vuole stare o con una baby sitter.
In questi casi mi chiedo se lo facciano davvero per il figlio o per loro stesse.
Se non siano loro a fare fatica a lasciar andare il figlio.
Capisco che il tempo in cui i nostri figli sono piccoli è breve, brevissimo, è vero sentirsi così importanti, reclamati, è bellissimo. Però poi non capisco quando quelle stesse mamme mi dicono “beata te…”.
Quando scoprono che Giada vuole andare a scuola, svolge tutte le attività extrascolastiche, e’ sicura al punto di affrontare anche palcoscenici e gare col sorriso e tanto entusiasmo.
Io ci lavoro tutti i giorni anche a discapito del mio piacere.
Ho sempre pensato che la sicurezza in se stessi un po’ è innata, un po’ dipende anche dalla fiducia che i tuoi genitori ti danno nelle tue capacità.
Alcune prove sono necessarie sin da subito. E credo che non tutto crea dei traumi.
Me lo fece capire quella puericultrice che mi insegnò come far dormire da sola mia figlia, che andarci sempre al primo vagito, portarmela nel letto sempre o stare li non l’avrebbe aiutata. Dovevo farle capire che dormire era naturale, che lei ce la poteva fare da sola e se si risvegliava bastava richiudere gli occhi.
Mi disse: “se tu lo impari con il sonno che non ha bisogno sempre di te, questo atteggiamento mentale ti aiuterà ad affrontare tutto il resto”.
A distanza di tempo continuo a pensare che abbia ragione.
Quindi mi chiedo: “Quanto siamo davvero pronti e interessati noi mamme o genitori ad avere figli indipendenti e sicuri?
Quanto davvero ci lavoriamo per ottenere questa indipendenza?
Quanto invece sia per noi importante sentirti importante sapendo che arriverà il tempo in cui andranno via?
Io sono pronta?
“Mamma voglio andare a fare lo sleep over da Olive Rose e poi da Ffion, ma questa volta per due giorni”.
No, non sono pronta. Ma ci sto lavorando!
Mimma
veroveromamma says
vederli crescere e vederli far da soli ……. è difficileper noi genitorima come hai detto tu è giusto così!!!!!!!!!
se ssono indipendenti adesso saranno indipendenti da grandi e sapranno cavarsela da soli senza dipendere dagli altri o avere sempre persone intorno.
nenanche iosono pronto a vedere imiei figli crescere e mostrare al mondo laloro indipendenza ……. misa che non abbiamo scelta …..
ciao con affetto veronica
mimma says
io sono a favore e molto. Ma a parole è più semplice che con i fatti.
Però penso come te che è per il loro bene. Un abbraccio
Mamma Avvocato says
Hai ragione sul fatto che i primi a non essere pronti spesso sono i genitori. Io ho sentito un tuffo al cuore quando mio figlio mi ha chiesto per la prima volta di fermarsi a dormire dalla nonna e, seppur ero contenta quando il giorno dopo mia madre mi ha riferito che era stato sereno e tranquillo, un pò di tristezza l’ho provata perchè ho capito che il suo cammino verso l’autonomia era iniziato.
Sprono mio figlio a fare da solo, cavarsela da solo ed affrontare il mondo ma, nello stesso tempo, spesso dentro di me soffro. Credo sia normale ma non voglio aggrapparmi a lui, poichè gli impedirei di crescere e di costruire mattone su mattone il SUO futuro.
Quindi credo di capire cosa intendi.
Anche io rimango allibita quando sento certi discorsi, ho come l’impressione che alcuni genitori, in primis le mamme, abbiano paura di perdere il loro ruolo, la loro identità, se i figli diventano più autonomi.
Invece, se ci pensi, se i bambini si dimostrano in grado di reggere al distacco, breve o lungo che sia (non troppo lungo, però, eh?!) con serenità e stare con altre persone, significa che noi genitori siamo stati in grado di dare loro sicurezza, di fargli capire che noi ci siamo sempre e possono contare sul nostro appoggio e ritorno, anche quando sono lontani .
Me lo aveva detto la maestra di nido del ricciolino al momento dell’inserimento, a nove mesi, e da allora penso semrpe di più che avesse ragione.
Quindi Mimma, ci tocca!!!
mimma says
Bravissima Giulia hai centrato il problema. Almeno per me. In tanti pensano di perdere il loro ruolo, la loro identità. Ma non è così. Anzi!!!
mammaalcubo says
Non siamo mai pronte a priori, ma credo che ogni tappa nella crescita e nell’autonomia dei nostri bambini sia una conquista sia per loro che per noi. Ed è bellissimo.
mimma says
Si ne sono certa pure io.
Mariangela says
Amica, con me sfondi una porta aperta. I miei genitori, come sai, mi hanno educata all’indipendenza e io faccio la stessa cosa coi miei figli. Forse un po’ aiuta il fatto che io non sia di base una mamma apprensiva ma un po’ ‘gypsy’ dentro, però credo molto in uno dei principi del metodo pedagogico Montessori ‘aiutami a fare da solo’. Ai figli bisogna dare gli strumenti per imparre a cavarsela da soli. E per strumenti intendo anche il vedere noi genitori SERENI quando stanno per affrontare una nuova sfida o un passo importante.
mimma says
I tuoi dovrebbe tenere dei seminari. Erano davvero avanti e tanto. Si è vero tu sei zingara anche se ora si dice gypsy…..
Annamaria says
No, non è affatto facile lasciarli crescere, lasciarli andare. Io ogni volta che vedo un film americano dove – si sa – i figli si allontanano presto e spesso tornano a casa una o due volte l’anno mi sento male, non ce la farei mai.
mimma says
Cara Annamaria i miei , senza dover parlare di america, si sono abituati presto. Io mi trasferirì per studio a milano a 18 anni e allora tornavo a casa solo a Natale e in estate. Ora uguale.E più passa il tempo più mi rendo conto che sono stati davvero coraggiosi e generosi perche mi rendo conto quanto è difficile.
Mammarch says
È vero, non è facile ma è così bello ritrovarli orgogliosi di avercela fatta!
Io iniziato fin da piccola con la primogenita ad andare in “campeggio” dai nonni, per abituarla alla mancanza della mamma durante il parto di sua sorella. Poi ha iniziato ad andare qualche giorno al mare da sola con la nonna, poi un week end speciale all’Arena di Verona coi nonni ed infine è stata una settimana con la sorella mentre io e mio marito eravamo in Grecia in attesa dell’esito del visto per l’Australia.
Mi ricordo perfettamente che il primo giorno ero come in tilt e mi sembrava che mi avessero tagliato le braccia perché non avevo loro due appese…poi ho capito che era un super regalo sia per la nostra coppia che per i nonni e per le bimbe.
W i bimbi indipendenti e qualche lacrimuccia delle mamme ad ogni loro piccolo grande passo 😉
mimma says
Si davvero w i figli indipendenti e nascondiamo le lacrime
milena says
Cara Mimma,
Oggi il mio piccolo compie 7 anni e leggere questa tua riflessione mi ha fatto bene.
Da figlio unico ha molti privilegi ed una madre iper apprensiva che, gradualmente, sta imparando a lasciarlo andare.
Non è facile ma so che devo.
Ti ammiro molto perché tu vivi anche il problema della distanza dalla tua famiglia e stai riuscendo a gestire questa delicata situazione al meglio. Continua a raccontarci di te, mi metti sempre di buonumore!
Un bacio a Giada.
Milena
mimma says
Grazie Milena. sei stata molto gentile…ah noi mamme di figli unici. Un abbraccio
silvia says
Ciao Mimma,anke io sono per l’indipendenza dei figli,quando tutti mi dicevano,”godili ora..poi crescono”ho sempre risposto che nn vedevo l’ora crescessero…ogni loro passo in avanti,ha significato una maggiore qualità di vita di noi genitori,x intenderci mio marito nn è mai stato spodestato dal suo letto,e già dai 4/5mesi dormivano nella loro camera tutta la notte,sono egoista? Forse ma a noi sta bene così,anke perché nn avendo aiuti dalla famiglia,tutto è sulle nostre spalle ed alcuni spazi,è giusto averli. Il problema dolente è il carattere dei bimbi il piccolo molto sicuro,la grande l’opposto ed è una continua lotta, x farla “affrancare”da me…il punto è che per quanto tu voglia educare i tuoi figli in un certo modo,devi sempre tener conto di chi sono……ecco io sto lavorando su questo..e a volte è dura. Un saluto e scusa il post kilometrico
mimma says
adoro i commenti come il tuo. Si il carattere di mia figlia agevola molto. Anche io messa da subito nel suo letto e poi ho fatto molto leva su appunto “sei pronta” ce la fai.
Ma appunto avevo terreno fertile, per quanto sono convinta che anche con chi lo è meno se noi crediamo in certi principi alla lunga loro li reciperanno.
Chiara expat 2.0 says
Che soddisfazioni per noi e per loro che si sentono grandi… vedrai tra qualche anno la spedirai da sola in aereo come minore non accompagnato 😉
mimma says
Sono convinta che succederà. Ma io avendo solo lei mi chiedo e io???? Ma giuro che resisto.
Mammapiky says
Non lo so se sono pronta ma Leo manifesta sempre più segnali di indipendenza vera e propria. Non lo freno mai, un po mi costa e’ vero, me lo vorrei riprendere e tenerlo in braccio come appena nato, ma per ora mi sto comportando piuttosto bene anzi cerco di spronarlo e caricarlo un po nell’autostima, voglio che sappia che ce la fa, se una cosa la vuole, ce la fa…e per questo mi metto,da parte….per ora.
mimma says
anche io faccio così. Credo sia davvero importante.
Sempremamma says
Io e mio fratello siamo sempre stati piuttosto indipendenti, alle elementari avevamo già le chiavi di casa, i nostri genitori lavoravano e capitava spesso che i loro turni si sovrapponessero e noi ci arrangiavamo. Questo però mi ha fatto crescere con tante paure, soprattutto quella di essere abbandonata, la paura del buio e di stare a casa sola, che ho superato solo da qualche anno.
on i miei figli ho avuto un’esperienza opposta all’altra, MrD sempre insicuro, richiedeva la mia presenza, anche se io lo spingevo a far da solo, mentre Miciomao è molto più sicuro di sè, affronta le cose nuove con fiducia e curiosità. Come mamma preferisco l’atteggiamento di Miciomao, perchè anche se da un lato sapere che non ha bisogno di me mi crea un po’ di dispiacere, so anche che non soffre di nostalgia o altro e questo è confortante.
mimma says
Hai perfettamente ragione. Comunque i nostri genitori erano come dire più sciolti. Oppure forse tempi diversi. Tipo io dalle elementari andavo a piedi da sola. ora sembra impossibile.