E’ sabato mattina.
Come al solito io e la piccola biondina ci sediamo a leggere i suoi libri.
Vedo che le è stato assegnato un libro sullo sport, sono tutta contenta, mi piace trasmetterle questo amore per l’attività fisica.
Iniziamo a leggere.
A pagina quattro arriva la sorpresa: le atlete che corrono sono coperte con il pennarello.
Mia figlia non si è accorta di nulla.
Io ho fatto fatica ad accettarlo.
Ma come, pure nella super scuola inglese qualcuno si mette a cancellare parti di gambe e pance?
Ebbene sì, un’altra cosa che non avevo considerato venendo a vivere qui è che io, donna nata in un paese libero e democratico, mi sarei imbattuta per la prima volta con un mostro chiamato “censura” e in tutta una serie di regole di comportamento che inizialmente mi avrebbero sorpreso, poi a seguire irritato, influenzato e spesso fatto scappare una risata.
Ricordo ancora il nostro arrivo a Kuwait. Io così emozionata e confusa. Finalmente rivedevo mio marito. Finalmente avrei incominciato quella vita che un po’ mi spaventava, ma anche incuriosiva.
Non lo vedevamo da due mesi. Mi avvicinai per abbracciarlo e dargli un bacio e lui spostò velocemente il viso ed il mio bacio finì sulla sua guancia. Mi disse:”Sai amore qui non si può in pubblico’”.
Iniziò così il mio vero approccio con questo paese ed i suoi limiti che mi avrebbero fatto compagnia in questa nuova vita, come vestirsi con un certo rigore cercando di non essere troppo scoperta.
Oppure imparare a fare attenzione a quello che scrivevo su facebook, evitando commenti spiacevoli, non usando mai alcune parole. Perché qui non si scherza. Una giovane blogger qualche anno fa finì prima in prigione e poi reclusa in casa per essersi pubblicamente esposta.
Senza contare che in questo paese esistono le pene corporali per certi reati, frustate pubbliche in piazza e, da qualche tempo, anche le esecuzioni. Insomma va tutto bene finché ti fai i fatti tuoi.
Ultimamente poi è stata emanata una legge che prevede pene severe per chi si esprime sui social anche contro i governi di altri Stati. Ma esiste anche una censura più sottile e più immediata e, per certi versi, inaspettata.
Una censura che mi ha tolto uno dei miei più grandi piaceri: leggere le riviste.
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Mimma
Chiara expat 2.0 says
Sapevo della censura in alcuni Paesi, ma non a questi livelli. E i film e dvd hanno scene tagliate, dunque? O “truccate”?
mimma says
Le tagiano, senza contare che non arrivano nemmeno quelli che già in partenza si sa sono pieni di immagini compromettenti.
Sempremamma says
Penso che all’inizio si faccia fatica ad accettare e capire certe imposizioni, poi ci si abitua, ma si continua a non accettarle. Credo.
mimma says
si un po’ ci si abitua. ma fartene una ragione è dura.
Mammapiky says
La censura no, ma neanche l’ostentazione di tutto e di tutti che spesso finisce in volgarità, che c’è nei nostri paesi occidentali, e nemmeno il poter aprire bocca e dargli fiato,senza filtrare minimamente ciò che si dice, con la scusa della libertà di espressione molte volte si calpesta la libertà altrui, credendo di esercitando un diritto mentre invece stiamo facendo un abuso di qualche strumento di comunicazione, specialmente sui social…a volte dai si leggono cose da brividi, in quei casi chiudere la bocca non sarebbe una cattiva idea.
mimma says
lo penso pure pure io.
a volte ti viene l’ansia a tenere accesa tv per i tuoi figli.