Finalmente è arrivato giovedì pomeriggio. I bambini sono tornati da scuola, ci stiamo cambiando e tra poco arriverà il driver per portarci alla Book Fair.
Sono mesi che sono a conoscenza del fatto che a Riyadh dal 9 al 19 marzo si svolge la fiera internazionale del libro. Mi piace leggere, adoro discutere di libri, uno dei miei sogni è poter partecipare ad un club del libro e purtroppo sono anni che non riesco a prender parte ad una fiera del libro, credo siano passati più di dieci anni dall’ultimo Festivaletteratura di Mantova.
Insomma, questa Riyadh International Book Fair non me la sono fatta scappare!
Oggi pomeriggio il compound ha organizzato anche una festa per i bambini, ma io, Loredana e Adriana ci siamo organizzate per andare a vedere la fiera del libro assieme ai nostri figli.
La curiosità di vedere un evento culturale così importante in questo deserto è troppo grande, inoltre è un’ottima occasione per acquistare bei libri in inglese ai nostri figli.
Eccoci, siamo arrivati. Per poter entrare ci dicono che serve un pass, altrimenti dobbiamo prendere il bus messo a disposizione per la fiera. Preferiamo prendere il bus, più semplice che dover cercare il luogo dove acquistare il pass e poi un’ulteriore momento di divertimento per i nostri figli!
Il bus è vuoto, noi saliamo dalla porta posteriore, quella dedicata alle donne.
Dopo aver fatto il giro finalmente entriamo nel parcheggio ufficiale della fiera.
Scendiamo e cerchiamo di capire da che parte andare, la fiera è molto grande, ma per fortuna ci sono un sacco di ragazzi giovani che ci indicano la strada.
Camminiamo qualche minuto tenendo per mano i bambini anche se non c’è troppa confusione.
L’entrata si trova dopo una gradinata, ci viene chiesto di salire dalla parte destra, quelle delle donne.
Alla nostra entrata ci sono solo ragazze, tutte giovani, gentili e allegre. Ci controllano il contenuto delle borsette, ci fanno passare sotto il metal detector come in aeroporto e dopo i controlli ci consegnano i biglietti.
Finalmente siamo all’interno!
Il posto è enorme, cerchiamo di capire da che parte andare perché ciò che veramente ci interessa sono i libri in inglese per i bambini. Le indicazioni e le piantine della fiera sono tutte in lingua locale, quindi impossibili da consultare per noi, ma chiediamo informazioni ad un signore in dishdasha che gentilmente ci indica dove possiamo trovare gli stand che vendono libri per bambini.
Tutto è ben organizzato, ogni stand riporta la bandiera di provenienza dei libri, quindi è semplice capire dove andare.
I miei bambini hanno riconosciuto immediatamente i libri di Biff, Chip, Kipper e Floppy!
L’entusiasmo è tanto, la voglia di fare acquisti infinita ed i bambini non riescono a smettere di sfogliare libri. Per fortuna viviamo in un paese dove la gentilezza nei confronti dei bambini è infinita, il ragazzo allo stand non si preoccupa minimamente dei bambini, li lascia liberi di guardare e sfogliare tutto ciò che vogliono.
Dopo più di mezzora abbiamo deciso cosa acquistare, mentre stiamo pagando passa un uomo dalla barba lunga, con la veste più corta che in modo cordiale ci chiede di coprirci il capo. Mentre ci stiamo coprendo un ragazzo giovane si ferma e si scusa per la richiesta fatta dall’uomo. Ci siamo guardate e siamo rimaste più colpite dall’imbarazzo di quest’ultimo ragazzo piuttosto che dalla richiesta dell’uomo dalla barba lunga.
Continuiamo il giro, troviamo lo stand della Usborne. Io adoro questi libri e li comprerei tutti, ma i contanti sono limitati e abbiamo già speso troppo allo stand prima.
Siamo tutti stanchi, soprattutto i bambini, così decidiamo di uscire e tornare a casa.
Un’altro pezzo di cultura e vita in questo nuovo deserto è stato visto!
Sono felice per aver visitato la Book Fair di Riyadh!
Drusilla
iori stefania says
Bellissima esperienza per voi ma soprattutto per i vostri figli !!!!Avete fatto benissimo ,sono occasioni da non perdere
drusilla says
Un’occasione imperdibile!
sempremamma says
Sai che non sono mai andata ad una fiera del libro? Credo che a Miciomao piacerebbe tantissimo e anche a me.
Graziella Pezzetta says
Alla fiera del libro di Mantova ci sono andata un paio di volte, che bella, è stata anche la scusa per rivedere Mantova, città tanto bella che ho visitato diverse volte.
Anche i neri dovevano salire da dietro e avevano posti dedicati; pensa che gentilezza questi Arabi, dedicare degli spazi alle donne, che poi una pensa male, che perfidia! Son tanto cortesi, anche il signore che ti ha chiesto di coprirti il capo, son sicura che pensava alla tua salute, il sole picchia immagino, rischi un’insolazione a capo scoperto! Fortuna che almeno due cose nel tuo racconto mi danno speranza, la prima: i libri, dove ci sono libri c’è cultura, dove c’è cultura c’è la possibilità di libertà; la seconda: il ragazzo … questa è la parte che preferisco, quando un uomo comincia a comprendere, è l’inizio della civiltà, ancor più della scrittura, la comprensione che la donna è un essere umano con pari dignità. Allora c’è speranza. Un bacio grande Dru.