Sono due mesi in cui nonostante le normali difficoltà della vita, gli intoppi e le delusioni che ognuno di noi vive nel suo quotidiano ho però qualcosa che mi tira sempre su di morale.
Le mie amiche a Kuwait
Oggi a Kuwait fa freddo.
Improvvisamente e senza alcun preavviso le temperature sono scese. Il termostato segna sei gradi.
Mia figlia continuava a dire “Mamma I’m freezing”. Non so poi come descrivervi la sua gioia appena scesa dall’auto ha scoperto che stava piovendo. Correre sotto l’acqua per tutti i bimbi è stata una cosa eccezionale, super funny. Ricordo che mia figlia quando aveva due anni rimase sbalordita di fronte alla sua prima pioggia e mi chiese: “mamma cos’è quest’acqua che cade dal cielo??”
Incredibile che si possa gioire del freddo e della pioggia ma qui è così perché sono eventi rari.
Ho deciso quindi di annullare tutti i miei impegni, mettermi con un plaid sulle gambe e godermi la vista di una Kuwait invernale, fredda e con la pioggia.
Questa Kuwait che è sempre presente nella mia vita, grazie alla vista che godo da qui, il cielo azzurro e il mare che così tanto mi hanno aiutato. Ma ora va bene anche rivestita di grigio.
Perchè questo posto malgrado tutto è diventato casa.
Vengo da settimane dense di impegni. Se penso al primo Natale in Kuwait sento tanta tristezza per me e per la mia piccolina ed anche per mio marito che, da ben quattro Natali, il 25 va in ufficio.
Quest’anno è stato tutto diverso.
Mille inviti, mille abbracci, cene, breakfast, té, playdate, bazar, recite e canti natalizi.
In un paese dove il Natale non esiste è stato a dir poco sorprendente!
Cosa è cambiato? La mia vita si è riempita di amici. Dopo quattro anni Kuwait è casa.
E come dice la mia amica Lynda:
“Good friends make the world a much better place.”
Ovviamente sono cambiata anche io. E ho capito che è cambiato il mio modo di relazionarmi con gli altri.
Sono convinta che l’amicizia in espatrio è ben diversa da quella che si instaura in terra italica.
Un po’ perché ti “scontri” con culture, modi e lingue diverse.
Un po’ perché se finisci a vivere in un posto non propriamente bello, l’amico diventa la tua ancora di salvezza, il tuo salvagente, la tua isola felice. E, soprattutto, può capitare che l’amicizia diventi stretta e importante in pochissimo tempo.
Ovviamente c’è chi si rinchiude in famiglia e investe tutto solo nei suoi cari, ma tutto ciò non può mai bastare, non alla lunga, non se vuoi una parvenza di vita “vera” normale. O almeno questo è il mio modo di ragionare.
Ho imparato che in espatrio ti approcci all’altro senza troppe sovrastrutture.
Con Drusilla ridiamo spesso pensando al nostro incontro.
Se ci fossimo incontrate in Italia, magari a Milano oppure da lei nel mantovano, non ci saremmo neanche guardate.
Lei così wild, pratica e nordica, io così esuberante e terrona, anzi come dice lei “del sud trasferita a Milano, il peggio del peggio”.
Eppure in quel parchetto dopo il mio assalto ci guardammo negli occhi e capimmo di essere unite nello stesso destino, dalla stessa scelta. E la nostra amicizia è stata, ed è ancora, così speciale che ci ha permesso di sfruttare le nostre diversità, anzi io sono diventata un po’ Drusilla e lei un po’ Mimma.
Ma questo miracolo non mi è successo solo con lei che alla fine era facile.
Perché è italiana, giovane ed interessante.
Mi è successo anche con diversi stranieri.
Per continuare a leggere clicca il mio articolo amiche di fuso
Serena (Cara Malù) says
Come sempre amo leggere i tuoi post e mi ritrovo nelle tue parole 🙂 io non mi sono mai allontanata molto da casa ma una delle mie migliori amiche sicuramente non sarebbe tale se non fossi stata costretta a frequentarla i primi tempi dell’università…mi stava un po ‘ sulle balle “a pelle”. Per fortuna non ho ceduto alla prima impressione 😉
mimma says
Grazie mille cara!!! per fortuna a volte lasciamo una possobilità agli altri. Un abbraccio
Mamma Piky says
Ed infatti io vedo in ognuna di voi un pezzetto dell’altra!!!!