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26 Novembre 2015 By mimma 6 Comments

rodARI

Sono stata molto indecisa se scrivere questo post, un po’ perché troppi hanno parlato degli avvenimenti di questi giorni. Un po’ perché subentra la voglia di silenzio di fronte a certe tragedie.
Quando si soffre non si ha voglia di parlare, senza contare il rischio di dire enormi sciocchezze.
Poichè in diversi mi hanno scritto per chiedermi come stavo e cosa si diceva qui da noi, ho pensato che forse era giusto dirvi come sto e raccontarvi cosa succede qui.
La verità è che gli ultimi avvenimenti di Parigi mi hanno si sconvolto, ma non in misura maggiore di quanto mi hanno colpito quelli di Beriut.
Il giorno prima avevo passato diverse ore a mandare messaggi e a parlare con la mia carissima amica Libanese. Anzi era ancora tesa quando ho iniziato a leggere dei fatti di Parigi.
Senza contare il dispiacere che mi da vedere il popolo siriano distrutto. Ho alcuni conoscenti qui che vengono da quella nazione. Le loro città smembrate, i loro luoghi di cultura devastati. I bimbi siriani poi mi toccano il cuore. E loro soffrono da tanto, troppo tempo.
E poi lo sapete, anche qui c’è stato un attentato in luglio, spesso riceviamo mail di richiamo a tenere gli occhi aperti a non stare vicini a Moschee sciite. Ho dovuto imparare a riconoscere una moschea sciita e al venerdì non frequentare i mall.
La verità che tutto mi fa star male.
Tutto mi provoca smarrimento.
Non riesco a fare una scaletta di valori: Europa è più grave, il resto no perché lontano.

Imagine there’s no countries
It isn’t hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace

Da quando sono qui il mondo è diventato reale e ogni  accadimento tocca un mio amico, un conoscente, una terra che ho imparato a conoscere.
E’ stato così con i fatti di Sidney, così con la Nigeria, Kenya, Mali, Turchia.
E ora sono pure in ansia per conoscenti che vivono in Belgio.
E poi vivo nel posto che per tutti è il male.
Ma se c’è una cosa che ho imparato in questi quattro anni è che i cattivi non sono mai da una parte sola, di errori se ne fanno troppi pensando che siamo tutti uguali, che abbiamo bisogno tutti delle stesse regole.
Insomma, il mio stato d’animo non è cambiato dal post dell’anno scorso “mimma non hai paura”.
Forse è pure peggiorato perchè nessun posto mi sembra davvero sicuro.
Giovedì ho trascorso una bellissima serata con dei cari amici, abbiamo festeggiato un compleanno, ballando e ridendo. Ho pensato che alla fine questa è l’unica cosa da fare, almeno noi piccoli essere umani, vivere ancora più intensamente.
Avevo pensato di annullare il mio rientro in Italia per Natale. Voliamo via Istambul, con una compagnia aerea di quelle segnalate, ma l’alternativa era fare scalo a Milano oppure Roma, ugualmente a rischio.
Poi ci siamo detti sono cinque anni che non festeggiamo il Natale.

Inshallah.

A volte mi sembra di essere tornata a quegli anni di piombo in Italia, che non ho vissuto direttamente, ma di cui ho letto tanto. Gli anni in cui nelle grandi città si moriva ancora così facilmente. Quel terrorismo cosi cruento e distruttivo. “O si fa come dico io o nulla”.
Qualcosa che ha cambiato la vita di tante persone, forse il destino dell’Italia stessa.
Forse come ho letto da qualche parte la nostra generazione è vissuta sempre in pace, pensando che la democrazia, la stabilità  fossero cose certe, almeno per alcuni parti di mondo. Salvo poi andare a stuzzicare certi focolai, armarli e togliendo loro ogni identità.
E quindi ora siamo tutti impreparati.

Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world

Quindi a chi mi ha scritto ripeto che mio malgrado è da un po’ che vivo in apnea, ma che non mollerò, non smetterò di sognare, di vivere.

La penso esattamente  come il mio adorato Luca Dini su Vanity Fair. 

E allora ascoltate la musica a tutto volume, ballate, cantate, uscite in minigonna, ridete, godetevi il vento nei capelli, e se qualcuno dice ‘non c’è più religione’ rispondete: ‘evviva’.
Un minuto di casino per i ragazzi di Parigi. Per non smettere di vivere prima di morire.

 

Mimma

Filed Under: EXPAT LIFE

Comments

  1. veroveromamma says

    26 Novembre 2015 at 9:16

    un abbraccio sincero ……. che si può fare? come l’articolo che hai citato tu… cantare ballare e mettere la musica a tutto volume…….. io ho fatto proprio così….. dopo aver saputo che la mia amica per lavoro a Parigi fosse incolume…. mi sono messa ad ascoltare musica a tutto volume…….. ed ho pianto….. ….. ..
    io ti abbraccio
    in tutto il mondo c’è gente che muore per la pazzia altrui e veder corpicini inermi che ancora dovevano vivere la loro vita ..di qualunque colore siano….mi fa stare male!!!!!
    ciao veronica

    Rispondi
    • mimma says

      26 Novembre 2015 at 13:42

      si la penso pure io così. possiamo solo questo. Un abbraccio

      Rispondi
  2. Mamma Avvocato says

    26 Novembre 2015 at 16:53

    Tanti sono i miei pensieri di questi giorni. Tanti i motivi di possibile discussione.
    Però mi sembra che sia meglio tacere. Perchè so ciò che non condivido, ho la mia idea sulle soluzioni sbagliate ma non conosco quelle giuste da suggerire.
    A volte mi sembra sbagliato continuare a dialogare e fare affari con una certa parte del mondo, penso che non ci sia soluzione, poi capisco che non si può tornare indietro, mi ricordo che bene o male non stanno tutti da una sola parte, come ben dici tu, e che si può solo andare avanti e fare il possibile perchè la pace e la libertà siano davvero di tutti.
    Se solo sapessimo come.
    Di certo, però, come scrivi, continuare a vivere, sperare e sognare è il più grande tributo alla vita ed alla libertà che si possa fare quotidianamente.

    Rispondi
    • mimma says

      27 Novembre 2015 at 7:14

      Si esattamente non ci resta che continuare a vivere, comportandoci nel nostro piccolo da grandi. Un po come ha detto il papà di Valeria nel suo discorso che ho molto apprezzato,

      Rispondi
  3. Mammapiky says

    26 Novembre 2015 at 17:40

    Mimma, grazie per questo post perché credimi qui la voglia di smettere di “vivere” come dici tu, c’è si sente e a volte sembra essere l’unica soluzione possibile, mentre invece è e sarebbe, solo sconfitta. Io ho paura, non lo nego, più del solito, non mi sento sicura, per niente, ne tantomeno protetta, non credo nella capacità del nostro/i Governi di proteggerci, di trovare una soluzione, mi pare così tutto allo sbaraglio che tutto quello che si fa e che stanno facendo, sia solo improvvisazione. Lo stato dei fatti credo sia da ricercare in errori del passato, io nel mio piccolo cerco di non farmi condizionare, di tenere aperta la porta del dialogo, di combattere i pregiudizi e di continuare a vivere.

    Rispondi
    • mimma says

      27 Novembre 2015 at 7:12

      Capisco. Sento tutti smarriti e lo capisco. Ma purtroppo quello che per noi è normale, essere in pace, per tanti non lo è.

      Rispondi

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