Curarsi prendersi cura di se, prevenire è il nuovo mantra.
Lo è da un po’. Ma se hai più di quarantanni ovunque ti giri c’è qualcuno che ti ricorda di fare prevenzione. Ottobre poi è il mese della prevenzione. Persino a Kuwait hamra Tower diventa rosa per ricordarcelo.
Io ho sempre fatto il minimo indispensabile. Se ho due sorelle che al primo dolore corrono dal medico e affrontano le loro piccole, per fortuna, problematiche immediatamente, io sono come mia madre: rimando sempre.
Odiamo andare dai medici. Se in Italia ero brava a fare almeno la visita annuale ginecologica, qui, complice anche il fattore lingua, non ci sono mai andata. Ammettiamolo, avere l’ansia di non capire tutto non aiuta.
Poi, in Italia, ho trovavo mille scuse, finché mi sono resa conto che non vedevo un medico da quasi tre anni.
A fine settembre avevo sempre male al seno, mi sono controllata da sola, ho sentito una piccola noce, piccola piccola, morbida, non mi sono allarmata perché ero in piena ovulazione, ma mi sono detta: “basta, hai quarantadue anni. E’ il caso di andare a farsi vedere!”.
In famiglia non ho casi di tumore, non diretti almeno. Ho due zie acquisite che sono morte di tumore al seno. La prima ero molto piccola e fu il mio primo impatto con la morte e la malattia, l’altra zia ero un pò più grande. Le volevo molto bene, ricordo tutto la sua lunga trafila. La scoperta, la cura, i controlli, pensare di esser quasi alla fine del tunnel, ma ahime scoprire che dopo 5 anni si è ripresentato ai polmoni.
Mio marito ha perso la sua mamma quando aveva diciotto anni per un tumore e pure un suo zio un paio di anni prima. Quando gli ho detto forse il caso che mi prenoti una visita ha ovviamente insistito. Lui è da un po’ che dice dobbiamo farci un check up. E forse non ha tutti i torti.
In Kuwait ci sono tanti ospedali pubblici e diverse cliniche private. Tendelziamente il livello è buono. Stanno investendo molto, se siete dei dottori, sappiate che qui cercano sempre e hanno ottimi salari. Certo la mia amica dottoressa mi dice se hai qualcosa di grave vai in Italia, ma per le cose di routine, compreso la prevenzione e la cura di determinati problemi, qui sono perfetti.
Ad esempio, sulla procreazione assistita sono molto all’avanguardia, anche perché ho scoperto che vi fanno ricorso facilmente e spesso.
Io preferisco andare nelle cliniche private, perché tutti parlano inglese e perché ci sono più dottori che arrivano dall’Europa.
Chiamatemi provinciale, ma se posso scelgo qualcuno di cui conosco il sistema scolastico. Sebbene in molti mi dicono che i dottori from Kuwait sono spesso i migliori perché hanno studiato in America nelle migliori università. io però mi sento più a mio agio con gli europei.
Comunque, ho deciso di iniziare dalla ginecologa. Ho chiesto un po’ in giro e mi sono affidata alla mia dolce amica Angela che ha partorito qui seguita da questa dottoressa Bulgara.
Devo dire che è stata un’ottima scelta.
La visita ginecologica non è mai rilassante, ma mi sono trovata una dottoressa di poche parole, molto delicata e dal tatto magnifico. Inoltre, altra nota positiva ha un inglese comprensibile, anche nei termini tecnici. Alzi la mano chi sa come si dice ovaio in inglese. Inoltre, essendo un paese islamico, loro sono pure un po’ pudici.
Mi hanno fatto sdraiare e messo un lenzuolo che non mi ha fatto vedere alcuna manovra della brava dottoressa. Che poi diciamolo l’estetista, sopratutto qui, dove vige la #guerratohair sanno tutto di te e tu ti dovresti vergognare di un dottore??
By day way lei mi visita, mi fa anche il pap test e quando le dico : è da una settimana che mi fa male il seno e mi sembra di aver sentito qualcosa. Lei mi dice: hai 42 anni urge mammografia.
Ecco di nuovo fattore età rimarcato.
Così con la mia bella prescrizione di mammografia e ecografia con ultrasound mi reco in radiologia.
Aspetto un po’ e il tipo della reception mi dice: “le assicurazioni pagano solo l’ecografia, ma probabilmente perché tu hai 42 anni, sei older, daranno il loro assenso anche per la mammografia.”
Eccolo…again sono older.
Mi riceve una giovane filippina, ve l’ho mai detto che qui è pieno, pienissimo, anche tra il personale paramedico di gente che arriva dalle filippine? Mi conduce nello spoglitoglio e mi da un camice. Mi chiedo non è che mi faranno la mammografia con indosso questa palandrana? Daltro canto quando avevo fatto rx toracico per visa me l’avevano fatta tenere.
Mi richiama, siamo solo io e lei in questa stanza, è molto gentile, mi fa abbassare la vestaglia da un lato per volta. Fare la mammografia con le mie #zerozerotette è un pochino doloroso. Spingi qui, spingi la, ma se è poco non è che puoi fare miracoli. Lei non demorme e mi “fotografa” in tutte le angolazioni.
Poi mi dice di attendere nello spogliatoglio che mi verranno a chiamare per fare eco.
Dopo dieci minuti arriva un infermiera indiana, si scusa mille volte per il ritardo, mi spiega che c’è un bambino a cui hanno dato priorità e , ci manchererebbe penso, aggiunge che per ora ci sarebbe libero solo un ecografista…uomo. E qui pare imbarazzata.
Io la rassicuro che ecografo uomo va benissimo e la seguo. Avrei voluto dirle, tranquilla sono italiana. Ma ho lasciato perdere.
Entriamo in questa saletta, mi fa sdraiare, mi scopre solo una parte, spegne tutte le luci. A rischiarare la stanza c’è solo la luce del pc acceso. Mi chiede di dove sono. Io le dico : Italy. Lei si illumina tutta, sorride e mi dice : ohh where lives Pope!!!
Si copre subito la bocca, perché qui insomma il credo è un altro.
Mi ha fatto tenerezza. E’ la prima volta che mi capita di essere identificata come Italiana per quello.
Di solito è per il cibo, le ferrari, la moda. Ma lei no. Per la religione cattolica. Il Papa.
Poi mi racconta che è qui da quasi dieci anni che i suoi figli vivono lontano che torna una volta all’anno un mese.
Che ora grazie a internet, skype è tutto più facile. Ma all’inizio, quando poi i suoi figli erano piccoli e chiamarli al telefono significava spendere quasi un salario intero, è stato così difficile. E tira un sospiro.
La guardo e penso che differenza tra me e lei, quanto è più facile per me. lei non smette mai di sorridere.
Nel frattempo entra il medico, che mi saluta velocemente, quasi non mi guarda ma mi fa una esame accurato su ogni singolo centrimentro prima a sinistra e poi a destra.
A fine visita gli chiedo: everything is ok?? Lui mi dice che ho visto delle macchiette, ma di acqua tranquilla. Yes everything is ok! Conclude.
Mi rivesto e vado alla reception.
Mi dicono di ripassare tra qualche giorno per avere i referti di tutti i miei esami, pap test, eco e mi consegna intanto il dischetto della mammografia. Io me ne torno a casa contenta per aver trovato il tempo di prendermi cura di me.
E voi l’avete fatto???
Mi raccomando, non trascuratevi.
Certo, non sono ancora andata a ritirarli quegli esami…ma ve l’ho detto sono pessima.
Migliorerò. Promesso.
iori stefania says
Anche o sono un poco come te .Mi trascuro ma arriva il momento dove cominci e fai i controlli che vanno fatti!!!
Annika says
Che sollievo! Anche io da quando sono all’estero sono diventata una rimandatrice. Non vedo un medico da parecchio…
mimma says
Siamo davvero un pò monelle….ma credo sia normale!!!