Allungo il braccio, ma potrei evitare di farlo.
So già che il posto accanto a me è vuoto. Mio marito a Kuwait dorme pochissimo. Sarà già andato in palestra.
La luce filtra da sotto le tende. È incredibile sono solo le 5.30 del mattino ma c’è luce ovunque.
Decido di stare ancora un altro po’ nel letto. Ma poi penso al lunch box che mi aspetta, alla possibilità di poter bere un caffè in pace da sola, come piace a me.
Adoro fare colazione in solitudine, magari seduta a sfogliare un giornale o a guardare Kuwait la sotto.
Non sempre ci riesco, un po’ perché sono circondata da allodole e un po’ perché il tempo è sempre tiranno, soprattutto durante la settimana con questa scuola che apre il portone alle 7.15.
Mi alzo dal letto.Vado in cucina e accendo la moka elettrica, che è la mia salvezza, così nel frattempo inizio i miei giri senza preoccuparmi di dimenticarla sul fuoco.
Oggi ho deciso di aggiungere due caramelle alla mia colazione.
Sono stanca. E’ solo un mese che siamo tornati. Ma il caldo eccessivo, gli orari assurdi e la luce, hanno già consumato le mie energie.
Eccolo li. L’album.
Ieri sera ho fatto tardi a metterlo a posto. Ricordate la mia lista settembrina? Comprendeva pure la voce “stampare” le foto. Era oltre un anno che non lo facevo. Quindi, una volta qui ho fatto prima la selezione. La maggior parte sono ovviamente di Giada. Anche perché trovare una mia foto è molto difficile.
Ma su una chiavetta a parte avevo delle foto a cui tenevo molto.
Me le aveva date Drusilla quando ci eravamo viste a luglio.
In quella chiavetta mi aveva messo tutte le foto che riguardavano la nostra avventura “Mamme nel deserto – ma come ci siete finite a Kuwait” il nostro libro.
Comprendeva un bel po’ di foto delle nostre presentazioni, alcune interviste, le recensioni dei giornali.
E io volevo stamparle. Si, desideravo materializzare tutto e creare un album.
Perché se dentro il mio cuore, nella testa non potrò mai dimenticare quei giorni, mi faceva piacere lasciare un segno tangibile per lei: la mia piccolina. Perché in futuro sarà divertente sfogliare insieme quelle pagine. E se a volte mi assale il timore che lei potrà sentirsi violata dalla sua privacy, so che prevarrà la gioia di avere un ricordo di un esperienza tangibile.
Ma questa non è tutta la verità.
Quell’album fa bene anche a me. Sento di avere bisogno di quell’album.
Anche per non perdermi. Perché questa vita ogni tanto mi fa venire delle paure e corre troppo in fretta.
E quelle foto. Mi aiuteranno a calmarmi quando la paura tornerà.
Il caffè è pronto, mi siedo prendo in mano l’album e inizio a sfogliarlo.
Quante emozioni vi sono racchiuse. Ma anche quanta energia.
E’ stata una ubriacatura per me e Drusilla.
Tutto è successo grazie alla nostra volontà e a un sacco di amici che hanno voluto invitarci e offrirci uno spazio dove raccontare la nostra storia.
Ricordo le incertezze di Milano. La prima riunione in cui ci tremava la voce.
Abbiamo iniziato presso lelefante con le ghette. Ricordo che ci siamo sedute in cerchio e all’inizio la voce usciva a stento. A sorpresa erano arrivate per noi persone care, ma che non ci aspettavamo proprio.
Il giorno dopo presso l’osteria del tempo ritrovato, dove c’erano cinquanta persone, il clima era davvero allegro e li piano piano la voce è diventata sempre più forte e sicura. E sono apparsi i microfoni.
Nulla era stato organizzato prima. Ma con Drusilla non abbiamo voluto perdere nemmeno un treno e con non pochi sacrifici e tanta gioia abbiamo girato l’Italia.
Roma, Francavilla, Grottazzolina, Locorotondo, Lecce, Manduria, Ceglie, San Vito, Mantova, Desenzano, Canneto.
Un vero tour .
E abbiamo dovuto dire di no a tante persone carine che ci hanno invitato. Ma siamo pur sempre delle mamme e Drusilla stava organizzando il suo rientro. Ed era estate. E poi dovevamo tenere conto anche dei costi. Anche se abbiamo avuto pure degli sponsor.
Credo che la presentazione più inaspettata per me è stata Grottazzolina. Perché il comune ha organizzato tutto da solo, una serata unica. Per la prima volta ho avuto delle attrici che hanno letto il libro. La musica di sottofondo e un intero paese per me. Un paese che non mi conosceva, ma non è mancato all’appuntamento.
E se in diversi mi hanno detto che dal libro si poteva trarre un film, perché già nel libro, grazie ai suggerimenti del nostro editore riuscivamo a far immaginare, vivere esattamente tutto, vedere però due attrici brave che “leggono e interpretano”, è stato pazzesco, mi ci hanno fatto credere a quelle parole. E mi sono detta, si, sarebbe bello un film.
Siamo state fortunata ad avere bravi relatori quasi tutti giornalisti e per noi sconosciuti che si sono prestati perché entusiasti dell’idea, del messaggio. Siamo finite su qualche testata giornalistica.
Senza contare le mille dimostrazioni di affetto, i tanti selfie con la foto dei libro in cui siamo state taggate.
Non so spiegarvi. Per quanto noi siamo campionesse del bicchiere mezzo pieno, vedere tutto ciò è stato una grande iniezione di fiducia. Una lezione per noi. Una prova importante.
Poi è arrivato in un momento anche particolare: ci dovevamo dividere.
Drusilla avrebbe fatto un periodo da sola in Italia, dove ha continuato a fare presentazioni.
Io, la meno convinta delle due alla vita da expat…con la mia prova.
Ecco a cosa mi serve questo album.
E’ difficile trasmettere le emozioni che mi suscita. Mi serve per rubare anche energia, sicurezze e sogni.
E lo ammetto quando lo guardo mi assale anche una nostalgia canaglia è inevitabile.
Sono in una fase in cui ho bisogno di un progetto.
Lo so, non sono mai ferma. E vi assicuro che tra il blog, amiche di fuso, buongiorno Kuwait, il mio tempo libero è davvero poco.
Ma sento che mi serve qualcos’altro. Forse ho capito cosa. Mi frulla nella testa. Ma non mi è ancora tutto chiaro. Ne dove troverò, troveremo il tempo, perché io continuo a pensare in due.
Si “Mamme nel deserto – ma come siamo finite in Kuwait” resterà qualcosa di indimenticabile.
Non siamo state certo un caso letterario. Con una casa editrice alle spalle minuscola, specializzata in altro, senza essere distribuite in nessuna libreria, aver venduto 1500 copie grazie a questo blog e a voi che ci volete bene è un gran successo.
Adesso siamo state invitate a tenere due presentazioni a Kuwait.
Una presso l’American University, un’altra alla Q8book store. Spero che le cose vadano in porto. Anche perché così potrò riabbracciare Drusilla.
Resta la sensazione di aver vissuto un sogno. Di avere un ricordo bellissimo da raccontare un giorno.
E queste foto, queste immagini mi serviranno.
Mi sento toccare le gambe. Mi giro ed ecco la mia piccola allodola.
“Mamma ma stai guardando mamme nel deserto? E io dove sono? Me lo fai vedere?”
Prendo in braccio la mia principessa e iniziamo a sfogliare insieme.
Credo che oggi faremo tardi a scuola.
Ma per una volta non mi importa. Oggi ci tuffiamo nei ricordi.
Oggi le insegnerò che i sogni si possono avverare. Anche quelli che non ti permettevi di sognare.
Se non l’avete letto e siete interessati è possibile acquistare sia la copia cartaceo che l’ebook attraverso il link diretto sul blog. Oppure su Carsa edizioni e IBS. e amazon .
Grazie a tutti.
Un insegnamento prezioso e importantissimo!!! le foto stampate sono tutt’altra cosa che nello schermo e secondo me, hai fatto bene a preparare un album, un tesoro di ricordi per i momenti bui!
Si è troppo bello avere album, quadri, cornici. A me fa bene al cuore. Io ora ho pure un angolo con le foto su Kuwait.
Ma davvero non siete state sdribuite in libreria? E perchè?
La casa edistrice che ci ha contattate è abruzzese, specializzata in libri fotografici e guide. Con noi voleva entrare nel mondo della narrativa. Ho scoperto pure io dopo che per trovarsi nelle librerie la casa editrice deve fare dei contratti di distribuzioni con degli agenti. In italia sono 3 quelli fortissimi. Il punto che qs non accettato solo un libro, devi fare un piano e avere un catalogo. E’ molto costoso come investimento. E il fatto che la nostra casa editrice sia specializzata in cose così di nicchia non ci ha permesso di essere distribuite. Per quello si può comprare solo tramite amazon e ibs e la casa editrice stessa. Certo puoi andare in una libreria e richiederlo. Ma non tutti ti fanno il favore di ordinartelo. Insomma quelli che abbiamo venduto è stato solo grazie ai nostri affezionati e alle presentazioni. Ora ho capito perchè tanti fanno il self publishing. Sarebbe stato bello entrare tipo feltrinelli e vedersi li. Anche se ce ne sono così tanti….che è comunque difficile farsi vedere senza tanta, tanta pubblicità.
Vedo che la nostalgia non ha serrato solo il mio cuore quest’anno…
Per motivi ben diversi – hai vissuto un sogno speciale, tu!- ma sono anch’io qui a crogiolarmi nella malinconia del rientro.
Ma ci riabitueremo, lo sappiamo eh?
Cara Rachele, credo che sia normale. Un pò perchè queste scelte ti fanno sentire sempre un pò precarie, un pò perchè per tutti settembre è il mese delle ripartenze, dove si fa il punto della situazione e si pensa al futuro. E se pensi al futuro bè alla fina pensi al tuo passato, chi sei e dove stai andando no?? Ne usciremo…Un abbraccio