Quando ho saputo che a Kuwait ci sarebbe stato il primo Q8foodfestival mi sono subito elettrizzata. Avevo nella testa, nei ricordi quello vissuto a Ceglie Messapica, il paese vicino al mio dove ogni anno organizzano appunto un festival del food, gioia per gli occhi e per il palato. Mi si è accesa una lampadina. Il mio cervello ha preso a girare a mille. Ho subito scritto a Elisa, una mia cara amica qui, l’ho invitata per un caffè e appena l’ho vista le ho detto: ” hai saputo ci sarà il Q8food festival, il primo in assoluto. Uno chef italiano non può mancare, ho un paio di nomi perfetti. Dobbiamo scrivergli. Ma forse è già tardi. Sarà tutto organizzato, mancano tre mesi all’evento”.
Elisa come al solito mi ha ascoltato, ha annuito, nel frattempo dopo un rapido controllo con il cellulare sul sito del festival, ha recuperato la mail, ha tirato fuori dalla sua borsa di brillante studentessa universitaria il blocco e la penna e mi ha detto “io inizierei con una mail semplice, quasi informativa, poi in base alla loro risposta invece articolerei la nostra proposta. Nel frattempo cercherei di capire come funziona avere permessi, recuperare un budget”. C’era da aspettarselo. D’altro canto lei è quella diplomatica.
Questo succedeva a fine novembre. Abbiamo scritto, stabilito qualche contatto, ma non siamo riusciti a portare i nostri chef. Non ci avranno preso tanto sul serio evidentemente, non sanno cosa si sono persi! Ed ora, eccoci qui io ed Elisa pronte a visitare al primo giorno di apertura il Q8foodfestival. Ho lasciato Giada dalla nostra amica, volevo avere il tempo di visitare tutto con calma, so che magari nel weekend ci sarebbe stata più gente, ma per me sarebbe stato meno facile essere attenta.
La zona scelta per l’evento è Mishref, il grande campo accanto alle sculture di sabbia. Eravamo incuriosite. Va bene ci avete dato picche, ora fateci vedere cosa avete combinato, pensavamo. Un enorme rettangolo si apre davanti ai nostri occhi, tanti stand che ospitano la maggior parte dei ristoranti del Kuwait, ovviamente non mancano le sale adibite alla preghiera divise tra uomini e donne, la tenda dove si fuma la shisha e quella dedicata all’intrattenimento dei bambini.
Elisa mi convince a prendere un caffè arabo. Asserisce “lo so sembra acqua colorata, ma a me piace sul serio”. Io le do corda, ma il caffè per me è un’altra cosa. Giriamo con calma.
Siamo circondate dal cibo. La vera passione/ossessione del Kuwait.
C’è di tutto. Le loro specialità, le nostre italiane, ho visto il ristorante argentino, quello danese e tutto quello che vi viene in mente qui c’è. Perché non so se lo sapete, ma Kuwait è il terzo paese al mondo per densità di ristoranti per abitanti. Finalmente arriviamo allo stand che più mi interessava. Quello dedicato allo show dei vari chef. La piantina mi dice che sono ben 7 gli Chef invitati. Tre sono chef di professione, molto famosi. Altre due fanno di tutto nel mondo della Tv. Poi c’è una chef, Adlah Alsharad, che gestisce una scuola di cucina qui. Più di tutte mi ha colpito la descrizione di Chef Wafaa Al Kandari l’unica kuwaitiana. Il suo curriculum dice che è sposata da 15 anni e ha 6 figli, che cucina per hobby e proviene da una famiglia che ama il cibo. That’s all.
Purtroppo l’esibizione dell’unica kuwaitiana era già avvenuta. Però siamo fortunate, dopo la famosa Jenny Morris, molto simpatica che ha spiegato come si cucinano i pancakes, abbiamo avuto il piacere di seguire i consigli Di Reza Mahhammad, noto chef indiano molto famoso a Londra. Lui inizia subito con un paio di battute “questo è il mio boy…no toy boy, quello l’ho lasciato a casa!” e via così. Dai modi sembra chiaramente omossessuale e non fa nulla per nasconderlo. La platea ride e lo segue con piacere, io sono un po’ sorpresa, questo è un paese dove era stata proposta una legge in cui erano previsti degli esami speciali per vietare ai gay di entrare. Un’amica nei giorni successivi mi ha chiesto “avrà pagata la wasta??”. Lui va avanti spedito, spiega le virtù della curcuma ” ah bello, l’amica mia Dru da mo che me lo dice! A casa mia ormai #maipiùsenzacurcuma” avrei voluto dirgli in pugliese. Ma ho finto grande stupore e ammirazione. Ha preparato un sugo pieno di spezie… non so dirvi se era buono, credo di si. Però lui era veramente simpatico.
Usciamo e inizia ad imbrunire, io mi sento un po’ come Cenerentola che ha la mezzanotte da rispettare. So che Giada sta benissimo, ma non ho voglia di approfittare della mia amica.
Con Elisa completiamo il giro del nostro rettangolo, nel frattempo si accendono le lucine, l’atmosfera si fa più carina.
La gente aumenta. Sicuramente in tanti passeranno la serata qui, d’altro canto ci sono così tanti stand, che scegliere dove mangiare è l’ultimo dei problemi.
Per ultimo, da brave mogliettine, ci rechiamo allo stand di Pietro che vende prelibatezze siciliane, ma che italiano non è. Va bene la curcuma, fa bene all’intestino, previene il cancro, ma quanto fa bene al cuore un cannolo.
Dalla vostra Mamma nel deserto è tutto.
Certo, la mia bravissima chef pugliese avrebbe sbaragliato tutti. Vuoi mettere un piatto di purea di fave????
Ma io non mi arrendo e prima o poi li porterò qui, quelli delle meditarranean cooking school. Parola di Mamme del deserto!
ps. un ringraziamento alle mie adorate Elisa e a Lynda Higgs che è sempre così generosa con noi e ci permette di mostrarvi i suoi scatti più belli.
Trentazero says
Adoro questo tipo di manifestazioni! ^_^
Sono sicura che la prossima volta la spunterete con i vostri chef!
mimma says
Per me è un pò come le gare, per carità vincere da soddisfazione, ma già averci provato mi fa sentira viva, piena di idee e progetti. Una sensazione a cui non so rinunciare
Sempre Mamma says
E se lo dici tu, io credo che ce la farai.
mimma says
Tu sei troppo dolce!!!
Gilda says
Questo tipo di eventi mi piace da morire.
Il cibo non è solo la passione/ossessione del Kuwait,ma anche la mia 😛
mimma says
pure la mia…..ahhhh quanto mi piace mangiare….
Antonella-The Travel Gazette says
Anch’io adoro queste manifestazioni(in Italia non ne perdo una!).
mimma says
in italia….non mancano. E quanto sono belli!!!!
Giusi says
brave, però le fave no! La Puglia ha tanto di meglio da offrire (e lo dico da pugliese!)