Quando a giugno Drusilla mi ha informato che c’erano in ballo delle trattative per un nuovo lavoro con conseguente cambio di città, confesso che non ho quasi dormito per due settimane.
A rendermi insonne, non era solo l’ansia per me, ma anche e soprattutto per la mia piccolina. Lei era legatissima ai due piccoli figli di Dru. Li considerava una certezza.
Un giorno mi ha chiesto il significato della parola famiglia. E lei, dopo la spiegazione mi ha detto “mamma allora anche io, Tommaso e Riccardo siamo una famiglia”. Il suo affetto era totalmente ricambiato. Riccardo in particolare considerava Giada un punto fermo, senza contare le sue innumerevoli manifestazioni di affetto “sai Giada che sei bella, bellissima”. Ogni giorno era pieno di complimenti e attenzioni per lei. Dai morsi, calci e graffi, che pure quelle nel linguaggio dei piccoli sono manifestazioni di affetto, eravamo passati ai regalini, complimenti.
Giada lo considerava un fratello a cui non perdonava nulla, salvo poi guai a chi me lo tocca. E Tommaso era il suo mito ve l’avevo raccontato anche in questo post, e lui si che poteva decidere tutto.
Insomma, avevo molto paura a dividerli. E se mi rassicuravo pensando che almeno i nanetti avrebbero avuto i nonni, per la mia piccola non riuscivo a trovare consolazioni.
Con Drusilla abbiamo deciso di non informare subito i piccoli. Riccardo doveva già accettare che avrebbe lasciato Kuwait. Abbiamo deciso di affrontare il tema separazione dall’amico speciale dopo estate, a cose già avvenute.
Confidavamo nell’estate, dove non si vedono mai, dove pian piano li avremmo preparati.
E non ci siamo sbagliate. I piccoli a settembre hanno capito, o almeno così ci hanno fatto credere, che non si sarebbero visti più nel quotidiano. L’hanno accettato.
Io ho fatto un po’ come quei genitori che cercano di sopperire al fidato animale scappato o scomparso, e appena saputo che c’era una nuova famiglia italiana in arrivo, ho fatto di tutto per farli venire a vivere nel mio building, poichè avevano due figli una girl e un boy. Insomma, è brutale ma mi sono detta “riempile la vita di amici”, certo sapevo che non sarebbe stato uguale, ma mi auguravo di sopperire almeno in parte.
Perché da subito non ho creduto a tutti quelli che mi dicevamo li dimenticherà, ha solo tre anni. Certo non volevo farla troppo tragica, ma neanche sottovalutare i suoi sentimenti. Così quando stavamo preparando le valigie per il rientro, con cautela ho cercato di spiegarle che questa volta non avremmo visto i suoi amici, che però c’erano i suoi compagni di scuola, dei nuovi amici, parlavo parlavo, lei ad un certo punto mi ha guardata dritto negli occhi e mi ha detto “mamma lo so che Tommaso e Riccardo non torneranno più in Kuwait, ma io ho bisogno di saperlo”. Ha usato proprio questo termine, ho bisogno, lasciamelo credere mamma, mi fa stare bene, mi da sicurezza.
E oggi, dopo quasi 4 mesi che non li vede più, posso confermalo.
Almeno una volta alla settimana mi chiede di loro. In momenti inaspettati, che spesso non c’entrano nulla con loro.
E la domanda è sempre quella: “Perchè non tornano, cosa stanno facendo per tutto questo tempo”. Dopo la solita spiegazione, ieri si è affacciata alla finestra canticchiando “mi piaceva venire a giocare nella tua casa” e guardava quel grande building marrone dove vivevano Drusilla con la sua famiglia. E’ come se coltivasse sempre la segreta speranza di rivederli. Inutile dirvi che mi stringe il cuore. E se non fosse che dopo 5 minuti riprende a correre, ridere giocare, mi sentirei davvero male.
E’ vero, sono piccoli, hanno una vita davanti, ma i sentimenti che provano non hanno età, sono puri, veri, sinceri, sono scevri da giustificazioni o spiegazioni.
Quello che legava me e Drusilla si è trasmesso ai nostri figli, o chissà sarà stato il contrario?
Noi adulti per reazione abbiamo fatto prevalere la razionalità, abbiamo colmato con telefonate, chiaccherate via skype, messaggi.
Per loro no. Non basta. Non ora almeno. Anzi Giada e Riccardo reagiscono male se si vedono in skype, scatta la nostalgia, la consapevolezza. Riccardo se qualcuno gli nomina Giada, si chiude in un ostinato silenzio e si mette il dito in bocca.
Forse è come mi aveva detto mia figlia: mamma lo so che non ci sono, ma io ho bisogno di saperlo.
Questi piccoli eroi che si adattano a tutto, cambiano case, salutano affetti, cose, luoghi, si cimentano un tante prove, avranno il diritto di non voler sapere certe cose?! Non capirle fino in fondo?
Si ce l’hanno, eccome.
E pure io in fondo coltivo il desiderio di rincontrarli da qualche altra parte.
Ha ragione lei: noi abbiamo bisogno di crederlo. E’ bello coltivare desideri. Mi sono fatta questa idea che il senso di vivere all’estero, sia abituarsi non solo agli arrivederci, si non agli addii perché prima o poi see you around .
E se non è il destino, basta metterci un pizzico di buona volontà. Si amore mio te lo lascio credere …. Perché hai ragione tu : see you around sicuramente !
Drusilla ci rivediamo a San Francisco??? Che te ne pare come prospettiva?
Mamma Avvocato says
Questo è il motivo per cui stento a credere che una vita da expat sia una buona idea, almeno per me.
Però forse è perchè ancora adesso io non sono capace di dire addio, in relatà neppure arrivederci.
I sentimenti sono forti e loro non dimenticano tanto facilmente, per fortuna.
Pensa che sabato il nano ha rivisto un compagno di nido che considerava suo amico del cuore e che ora va in un’altra scuola.
Lo ha rivisto dopo quattro mesi: dopo cinque minuti, erano tornati in sintonia perfetta e io e l’altra mamma eravanmo commosse fino alle lacrime.
Mi piace pensare che sia anche grazie a noi mamme, e quindi a te e Drusilla, che cerchiamo di insegnare loro che le persone sono più importanti di luoghi e oggetti.
p.s. Giada con i boccoli biondi sembra davvero il mio nanetto!
mimma says
Si è così . Noi mamme possiamo davvero fare tanto, anche nel coltivarle qs amicizie. Si a volte è difficile ma per ora i pro superano i contro . Un abbraccio
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Elena worldwidemom says
Cara Mimma, mentre leggo queste parole ho già il magone.
Ci siamo passati.
Ci passeremo tra poco di nuovo. Questi bambini sono eccezionali.
Sono passati pochi mesi, noi ci abbiamo messo un annetto e al prossimo giro non so quanto ci metteremo visto che i bambini sono più grandi e le amicizie sono un po’ più intense.
Io piango un giorno si e l’altro pure, ma io sono una frignona si sa.
Quando siamo arrivati a SF per un po’ mia figlia (a quel tempo 3enne) mi chiedeva…allora domani andiamo a fare il playdate da Annamaria?
E’ andata avanti per un po’ .
Poi abbiamo fatto altre amicizie. Grandissime amicizie che nemmeno pensavo.
E mannaggia…fra un mese mi ritroverò di nuovo in questa situazione.
Noi siamo quelli che andranno via.
C’è da tanto da imparare da questi piccoli eroi. Tanto.
Comuque aspettami che io mi avvicino a te!!! 😀
mimma says
Sai che volevo scriverti per dirti che conosco due persone, due famiglie davvero in gamba li?? Vi troverete bene . Certo sf!!! Comunque di sicuro ci incontreremo io almeno 1 volta all’anno ci provo a venire . È’ ossigeno per noi! Ti scrivo in privato per darti contatti !! Kiss
Elena worldwidemom says
thanks! …lo so SF…vabbè anche questa è vita 😀