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Io e i taxisti del Kuwait

9 Aprile 2013 By mimma 10 Comments


Guidare a fari spenti nella notte….

non è solo l’inizio della  canzone “emozioni” di Lucio Battisti è la giusta rappresentazione del mio modo di guidare (giuro è successo).
Sono la classica guidatrice distratta, con la testa per aria, quindi pericolosa ( per me e per gli altri). Con scarsissime capacità di parcheggio, nonchè di riuscire a fare nelle stesso tempo, guidare, schivare le altre auto e trovare una strada nuova.
A Milano ho avuto la macchina, solo che poi passavo più tempo a cercare parcheggio, a spostarla per il lavaggio delle strade che a guidarla. Adoravo guidare lo scoteer  ( vuoi mettere il vento nei capelli e il tubo di scappamento a portata di naso??) e, se pioveva c’erano i mezzi e, sopratutto camminavo tanto. Bè qui non è possibile nulla di tutto ciò. E poichè conosco i miei limiti, alla domanda “vuoi che ti compro la macchina” risposi ” no amore preferisco andare in taxi”.
Inoltre qui le strade non hanno nomi, ma si dividono in quartieri, block, street. 

Ho visto fior fiori di veri MASCHI andare in crisi qui in Kuwait, perdersi e non poter chiedere a nessuno (che poi i veri maschi non chiedono mai) quindi figuratevi se mi mettevo a guidare io.
Ma non avevo fatto i conti con il mondo dei taxisti.
Che diciamolo, ovunque, è sempre un pò speciale.

A New York trovi tutti aspiranti attori o almeno così era successo a me.

A Milano sono tutti un pò fuori di testa. Sarà il traffico, sarà che guadagnano meno di quello che sperano, spesso ho dovuto far fronte a vere crisi isteriche, tenevo il cellulare sempre pronto a chiamare il 112 perchè avevano spesso facce da aspirante serial killer, che poi quando ho iniziato a prenderlo insieme a Patata non erano più aspiranti, ma prossimi, sicuro omicida, non appena la piccola si azzardava a chiedermi un crackers o sgambettare un pò.
 
Una volta qui, poichè non ho voluto l’autista fisso e volendo dimostrare al marito di essere molto smart e padrona della città, ho fatto quella easy, capace di prendere un taxi al volo. Ho contattato la compagnia di taxi dei filippini, fissato la tariffa e iniziato la mia avventura.
Qui si paga a tratta, non esiste tassametro, se prendi le compagnie degli arabi devi chiedere prima e contrattare, io le ho scartate per questo, senza contare che mi fidavo poco di come guidano e poi spesso non parlano inglese.
 
Insomma inizio la mia avventura con i filippini (che qui sono OVUNQUE e tantissimi più che in Italia) basandomi sul loro essere gran lavoratori e molto dediti alla “soddisfazione del cliente” che mi sembra il loro motto di vita. Compagnia very cheap, taxi bruttini. Vabbè fa nulla. Già aver trovato e capito dove era casa mia al primo colpo, o quasi, gli ha fatto acquistare punti (vi sembra facile senza vie e numeri civici e solo grattacieli trovare quello giusto???).
Per alcuni giorni e’ andata bene. Poi finisco nelle “mani” di Kamal, che in realta’ non era proprio filippino ma un mix .
Lui decide che sarà il mio driver. Non arriva mai puntuale, mentre guida o, parla al cellulare o, si mangia qualcosa (tipo riso avvolto in una verdura che sembra alga) .
Io iniziavo a fremere. Però conosceva tutte le scorciatoie ed è l’unico che non mi faceva stare ore nel taxi. Per chi non lo sa il traffico di Kuwait è tremendo e, quindi  questa sua qualità mi ha fatto sopportare tutto il resto.
Dopo qualche settimana però Kamal decide che è arrivato il momento di sparare la bomba. Inizia a darmi il tormento affinchè io gli dia la visa per vivere in Italia. Gli spiego ma io vivo qui, vabbè quando torni, non torno, allora chiediglielo a tuo padre. Vabbè, addio Kamal.
Fine della mia avventura con i taxi dei filippini.
 
Mi rivolgo alla compagnia degli indiani che la mia amica Federica usa da sempre in Kuwait. Un pò più cari (ma comunque sempre poco tenendo conto che la scuola di Patata dista 10 km e la spesa tra andata e ritorno  è 9 euro e in macchina ci sto almeno 40 minuti), macchina più comoda, loro più puliti, un pò più professionali, seri e educati.
Vabbè basta che non guardi che guidano SCALZI quasi tutti.

 
Però alle 7.20 sono sempre sotto casa puntuali e idem alle 11.40.
Guidano bene e sono molto gentili.
Però pure loro sono speciali come tutta la categoria dei taxisti.
Ci sono quelli che il tratto che li caratterizza è il PROFUMO.
C’è quello che se ne mette così tanto che io passo gran parte del viaggio con la testa fuori del finestrino.
Quello che mi vede, si abbassa gli occhiali specchiati e mi saluta “hey mom” con un sorriso da star hollywoodiana e tu pensi, vabbè dai oggi mi è capitato quello un pò più smart, salvo notare che tira fuori dal cassetto un deodorante e se lo passa sui piedi (!!).
Poi ci sono quelli super organizzati, che riescono a fare mille cose e tu non te ne accorgi, hanno lo sguardo fisso e vitreo davanti a loro ma hanno già capito tutto. Tipo che Patata è insofferente, è stanca e, lui con nonchalance, tira fuori un foglio e una biro per intrattenerla.
Alcuni poi sembrano sordi, secondo me spengono il cervello, mettono dei tappi invisivili,  perchè gli tocca sorbirsi patata che canta per tutti e 20 minuti ” questo è il treno lungo lungo…..”
Poi puoi incontrare il capo, un giorno è venuto lui in persona, il mitico Hamed. Sembra di avere a che fare con un Amministratore Delegato. Mentre guida riceve un sacco di telefonate (per fortuna usa auricolare) sempre molto gentile e professionale. Ti racconta la sua storia e ti tiene una lezione di economia. Bravo, bravissimo.
Poi alla sera però ti arriva un sms di Hamed che ti chiede un prestito. Che vuole ingrandire la compagnia e che se troverà 10 investitori con un certo patrimonio (poi neanche tanto) lui ti farà viaggiare gratis per un mese.
Io ho letto più volte sms, ho pensato questo mi chiede soldi? Ma ho capito bene???
Fatto leggere al marito. Avevo capito bene.
Ho pensato e ora che faccio? Se non glieli do si offende? Mi butta fuori dal taxi?
Ecco pensavo forse ho trovato il mio futuro lavoro: socia di Hamed e dei ns indianini super profumati. Ovviamente non gliel’ho dati . Chissà forse ho perso un business.
Per ora continuiamo a viaggiare con loro.
Che dire  tutto questo aggiunge avventura e imprevisti alle mie giornate, che non sono mai noiose, ma vuoi mettere svegliarsi e pensare “chi mi capiterà oggi, quello profumato o l’autistico??” “cosa si inventerà??” “capirà la strada?”.
Insomma anche questo è Kuwait… anche questo fa parte del pacchetto della magica vita da EXPAT!
 
 
 
 

 

Filed Under: Senza categoria, Tips about Kuwait

Comments

  1. Paola Adamo says

    9 Aprile 2013 at 12:14

    Per la serie “io c’ero”, ero in macchina dietro la tua, guidavi a fari spenti nella notte e, per giunta, parlavi al telefono!

    Rispondi
  2. Mimma Zizzo says

    9 Aprile 2013 at 12:39

    Lo sapevo che ti ricordavi!!! Ma puoi darmi torto??? All’epoca ero in piena follia di amore !!!

    Rispondi
  3. Drusilla Galelli says

    9 Aprile 2013 at 13:14

    Ma che strano, Mimma che parla al telefono?????

    Rispondi
  4. Anonymous says

    9 Aprile 2013 at 13:57

    Vogliamo parlare di quella volta che hai parcheggiato sul palo della luce sotto casa???ovviamente distruggendo la macchina di mamma….comunque per parlare con mia sorella o la chiami o le scrivi qualcosa su fb!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      9 Aprile 2013 at 14:42

      Come diceva mamma “mica dobbiamo dire proprio tutto tutto”. Sorellina visto che viviamo tu a melegnano e io a kuwait..non vedo soluzioni. Poi sbaglio o quando siamo collegati via skipe dobbiamo chiudere per le tue telefonate. Rassegnati mi assomigli troppo. Pr e compagnona….

      Rispondi
  5. vincenzo zizzo says

    9 Aprile 2013 at 15:22

    Su di te non mi sono mai sbagliato:l’acume e la sempre sorprendente vitalità ti permettono di apprezzare realtà nuove e complesse,vivendole con fanciullesco entusiasmo.Divertiti!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      9 Aprile 2013 at 15:41

      Professore! Commossa e onorata. Per colpa tua ho studiato diritto, ho letto tutto e il contrario di tutto, e osservato la realtà a 360°. che fortuna averti incontrato anche se era in uno sfigatissimo istuto commerciale che a tutti ci stava troppo stretto. Hai visto pure Sonia? Grazie per l’incoraggiamento e i complimenti. Si si mi diverto o ci proviamo.

      Rispondi
  6. Anonymous says

    9 Aprile 2013 at 17:05

    Mimma! ma hai stregato Hamid! faglielo ‘sto prestito, quell’uomo e’ una macchina da soldi! ti ritrovi tra un anno a dirigere la Hamid&Zizzo cars and trucks e a viaggiare in Lamborghini fucsia, altro che taxi…! baci AC

    Rispondi
  7. mammapiky says

    9 Aprile 2013 at 22:38

    Sarà che io non mi fido nemmeno se guida mio marito (e ti assicuro che guida bene), che non ce la farei…le poche volte che ho preso il taxi, mi è sempre capitato qualcuno di strano anche qui in Italia ed evito il più possibile.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      10 Aprile 2013 at 20:48

      hai ragione in tanti la pensano come te…ma io troppo schiappa!

      Rispondi

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