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Io e il bilinguismo

4 Aprile 2013 By mimma 11 Comments


Lo ammetto uno dei motivi che mi hanno spinto a sognare, cercare e vivere fino in fondo l’esperienza di vivere all’estero era risolvere il mio problema con l’inglese.

Studiato poco e male a scuola, continuato così per anni.
E’ che mi confondo, dimentico in fretta e vado in confusione.
Eppure una certa propensione all’acquisizione della lingua “straniera” ce l’ho.
Alle superiori parlavo cegliese come la mia migliore amica e compagna di banco.
Dopo un solo anno a  Milano, alternavo milanese puro a siciliano, molisano e un pò di calabrese.
Negli ultimi anni tante volte mi hanno presa per napoletana (colpa della frequentazione con Anto) .
Quindi non si capisce questa difficoltà, questa chiusura mentale verso quella che ammettiamolo è la lingua più facile del mondo (almeno il livello di sopravvivenza).
Ovviamente dopo un anno qui sono migliorata.
Per sopravvivere, per fare la spesa,  per avere amici, mi sono impegnata, ho impedito al mio cervello di chiudersi e scappare via, di mettersi a urlare “lalalalalla” appena qualcuno mi parlava in inglese.
Poi, l’ho già detto, sulla mia strada è apparso Mr Maddy che mi ha installato un google traduttore direttamente nell’orecchio e la convinzione che “ce la posso fare”.
Però ancora mi capita di perdermi passaggi, di fare quella faccia confusa, quello sguardo vuoto e privo di vita quando non capisco, quel sorriso che non vuol dire nulla. 
E questo mi capita sopratutto quando  mi imbatto  in “British” veri.
Tipo l’insegnate di Patata che frequenta una scuola inglese.
Tanti quando vanno a vivere all’estero si preoccupano per i figli e il loro rapporto con una lingua straniera. Io sapevo che lei era piccola e che non avrebbe avuto problemi (ma vedo pure che i gemelli che di anni ne hanno 5 hanno recuperato subito e alla grande). Qualcuno diceva che avrebbe parlato tardi proprio perchè sottoposta a più lingue. Almeno per lei non è stato così, chiacchiera che è un piacere, diciamo pure che ci fa “nna capa tanta”, certo quando siamo in Italia il suo italiano ha un impennata pazzesca, ma almeno dai racconti delle amiche che sono in Italia lei parla di più e meglio. Mamma questo cibo è delizioso. Mamma non ti preoccupare. Mamma che bello tutti insieme. Mamma non mi piace stare a casa, io voglio stare con i baby.
Ora poi parla pure in inglese, nel mezzo di una conversazione mi si rivolge in inglese: mamma move, mamma come here, sit down, give me. 
Ora che ci penso comandi, ma da una piccola dittatrice come lei, c’era da aspettarselo. Vabbè dice pure Thank you, please e you are welcome. Oltre tutti i saluti e le informazioni che la riguardano ( what’s yuor name, how old are you, how are you, where are you from?? Italyyyyyyy)
Oggi leggevamo un libro, mi guarda e mi fa: mamma look, he cries! Mostrandomi l’immagine  di un coniglietto che piangeva.
Insomma per una “testa dura” come me. Vederla districarsi così agevolmente con due lingue e, in particolare con l’inglese, mi emoziona sempre. Anzi mi sento come quei fedeli che rimanevano a bocca aperta davanti ai miracoli di Gesù. Si penso di avere la stessa faccia di tutti quelli che hanno visto la moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Il bello che quella dritta di mia figlia ha capito pure che io invece sono una schiappa .
Esempi?? 
Vado a prenderla a scuola e la teacher mi racconta che oggi sono andati i vigili del fuoco, che i bambini hanno visto il camion e che Patata è salita su senza paura.
E lei che fa?  Mi ripete le stesse cose in italiano in contemporanea alla maestra. Come Olga la traduttrice del Costanzo show(!!!!!). Forse avrà avuto paura che anche questa volta non avrei capito la maestra, come quel giorno che tutti erano mascherati e lei no. 
Ma che colpa ne ho se Miss Amanda parla velocissimo, gesticola un sacco con occhi  e bocca (e questa cosa mi distrae moltissimo, non riesco a smettere di guardare la bocca) e io di tutto il discorso ho afferrato solo carota, coniglio, mail.
Ho pensato, mi manderanno la mail come al solito e quindi non ho chiesto ulteriori chiarimenti.
Praticamente dovevano vestirsi come il personaggio del loro libro preferito, visto che quella settimana era dedicata alla fiera del libro.
Vabbè è vero lo ammetto, ho dimenticato di guardare tra le mail e, il giorno dopo, tutte erano vestite da pricipesse e lei da arcobaleno (ormai sceglie lei il suo abbigliamento e pur avendo un ottimo gusto ogni tanto esagera). Ma è andata meglio così. Meglio  vestita da bimba felice (rubo definizione di zia Dani ) che da principessa, che diciamolo è proprio una storia diseducativa. A trent’anni ti ritrovi ancora a cercare il principe azzurro che non esiste! ( che poi uno vestito con una tutina azzurra stretta stretta e con la penna sulla testa chi lo vuole??? Vero Valeria???).

Oppure un’altro esempio della sua scarsa fiducia nelle mie capacità linguistiche me l’ha dato l’altro giorno. Lei mi parla in inglese, io normalmente le rispondo in italiano (sia perchè credo che in casa sia giusto mantenere la nostra lingua, sia perchè glielo insegnerei male), per una volta decido di assecondarla e all’ennesimo : mamma come here,  le rispondo:  where are you going??? e lei ???
Lei a sentirmi parlare inglese scoppia a ridere!
E mio marito che da sempre è un grande estimatore e motivatore dei miei progressi (ma quando maiiiiii) mi dice: Pure tua figlia ti sta a portà per c*l*.

Ma non finisce qua. Il miglior metodo di insegnamento della scuola inglese sono le canzoncine.
Alfabeto, numeri, la stessa lingua, per ogni cosa c’è una canzoncina.

E mia figlia (chissà da chi ha preso) canta sempre, in continuazione. Penso che le prime parole in inglese che le ho sentite pronunciare a 18 mesi siano state quelle del testo di  “Twinkle twinkle little star”. La cosa bella e’ che se io provo a cantare con lei in inglese lei mi urla: No basta mamma!!
Mamme expat non preoccupatevi del loro bilinguismo ma del NOSTRO…questi ci ammazzano!

E lei ha due anni, non oso immaginare quando diventerà più grande, basta solo pensare alla scuola elementare, se saremo qui, sicuro mi farà da traduttrice oppure mi chiederà di stare zitta ai colloqui. Ma per allora sono convinta che io sarò diventata una perfetta bilingue..che l’inglese non avrà più segreti per me.


Ormai ho deciso che lo so parlare e le mie amiche  (italiane e non) mi incoraggiano.
L’altro giorno sono pure andata in palestra a chiedere di introdurmi nonche’ di spostare l’orario del corso di yoga o pilates (che insomma ho quasi 40 anni e mi farebbe pure bene).
La verità che ci sto prendendo gusto, mi piace poter leggere quasi tutto, guardare la tv, PARLARE CON TUTTI. Fare ironia che in un’altra lingua è dura e ridi solo tu.
E’ una sfida con me stessa  e niente mi distrarrà dalla vittoria.
Neanche le inevitabili figuracce.





Tra l’altro in inglese ho trovato anche l’espressione che rappresenta la mia filosofia di vita :“Push your luck”.  
Loro meglio di noi (e di me sicuramente) hanno il dono delle sintesi, del messaggio diretto e chiaro.
Quindi rompiano un pò le scatole a questa fortuna, senza chiedere troppo, ma neanche senza stare troppo ad aspettare, andiamocela a cercare la nostra fortuna. E anche quando non la vediamo “ce la inventiamo” all’interno della situazione che viviamo.
Come sempre ci vuole impegno, ma un pò di audacia non guasta.

 
 
 

 

Filed Under: KIDS EXPAT

Comments

  1. Alexander Maurizi says

    4 Aprile 2013 at 11:55

    Essendo io bilingue e crescendo mio figlio da bilingue (inglese americano e italiano) vedo a volte lo stesso disagio che descrivi da parte di mia moglie, che pur avendo un ottimo inglese non ha ovviamente la stessa facilità che abbiamo noi. E’ lodevole da parte tua cercare di colmare questo gap ma sappi che (e non me ne volere) il bilinguismo vero e proprio si può acquisire solo durante i primi anni di vita, perchè si assorbe la musicalità della lingua e le infinite sfumature di significato e di tono, nonché i diversi registri linguistici. Detto questo sicuramente migliorare il tuo inglese ti aiuterà ad entrare maggiormente nel mondo di tua figlia! In bocca al lupo!

    Rispondi
  2. Mimma Zizzo says

    4 Aprile 2013 at 12:16

    Si Alex hai ragione non sarò mai bilingue (scherzavo)…ma aspirante conoscitrice della lingua inglese…a livelli di non far vergognare lei e di poter conoscere tutto il suo bellissimo mondo. Ecco poi magari mi dici che abitudini hai introdotto, in che lingua gli parlate…e tutto il resto! Tks

    Rispondi
    • Alexander Maurizi says

      4 Aprile 2013 at 12:24

      Volentieri! I cartoni animati li guarda in inglese praticamente sempre (così mi sento anche meno in colpa 😀 )e io gli parlo in inglese quando siamo da soli (quando siamo insieme ad altri o al supermercato con il commesso che mi chiede quanta finocchiona vuoi diventa difficile passare continuamente da una lingua all’altra, anche se ogni tanto lo faccio). Per quanto riguarda i libri faccio decidere lui ma spesso è lui stesso che vuole quella determinata storia in inglese.

      Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      4 Aprile 2013 at 14:29

      quello che facciamo noi qui con loro e anche per me stessa…

      Rispondi
  3. mammapiky says

    4 Aprile 2013 at 12:57

    Poter praticare il bilinguismo con i figli e’ una fortuna vera, oggi non si può prescindere dal parlare nella sola lingua madre…non si può, nemmeno per noi adulti!!! E lo so che son dolori, perché per stare al passo, dobbiamo costantemente metterci alla prova mentre loro cantano indisturbati twincle twincle littore star….va di moda anche qui sai?! ;-))))

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      4 Aprile 2013 at 14:28

      si lo penso anch’io, conoscere una lingua è il minimo sindacale per il loro futuro.

      Rispondi
  4. Anonymous says

    4 Aprile 2013 at 13:11

    Il Pidocchio e’ confuso, altro che bilingue. Italiano, inglese, arabo e adesso questi pazzi che mettono il mandarino coatto negli asili. Per ora si esprime come Chewbecca di Guerre Stellari, se poi da grande fara’ l’ interprete alle Nazioni Unite saremo tutti piu’ felici…

    Rispondi
    • Drusilla Galelli says

      4 Aprile 2013 at 13:58

      Lulu’ e’ sempre il migliore!!! Noi che ci preoccupiamo tanto in che lingua parlare e loro che assorbono e imparano tutte le lingue che sentono. Ercolino e’ nella fase in cui vuole parlare e sentire solo italiano e quando qualcuno gli si rivolge in inglese lo guarda con uno sguardo cattivissimo e risponde: “it is not funny!!!”. Chissa’ poi dove l’ha imparata questa!!!

      Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      4 Aprile 2013 at 14:27

      Ercolino è forte! n. 1 sempre…noi superata (per ora ) quella fase. Ti ricordi : Patata take your bag. No maestra qs é “borsa”!!. Comunque la scuola le sta dando tanto e sopratutto la voglia di parlare e giocare con i suoi amici.

      Rispondi
  5. Emme says

    4 Aprile 2013 at 22:33

    Teso, grazie, con questo post hai risollevato la mia serata depressa. Mi hai fatto morire dal ridere e hai reso benissimo le situazioni. Sei la mia “dislessica” preferita!!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      5 Aprile 2013 at 16:11

      Da quanto non te lo sentivo dire! Hai ragione. Quante volte mi hai salvato e quanta pazienza. Pur non avendo problemi a passare da una lingua all’altra, a parlare nel sonno nella lingua del paese che ci ospitava e non ( ricordi in Inghilterra tu che parlavi in francese) sempre molto benevola nei confronti dei miei limiti. Speriamo che i tuoi figli abbiamo la tua stessa attitudine e se vuoi fare come tua madre che in estate vi faceva rinunciare ai falò per portarvi un mese in inghilterra io ci sto !!!

      Rispondi

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