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IL ROSA E' FEMMINA…

20 Marzo 2013 By drusilla 6 Comments

Il rosa e’ femmina, uno stereotipo da combattere!

Ecco, e’ da questa frase che vorremmo partire.
Ma chi ha mai detto che le bambine devono indossare solo vestitini rosa o che i maschietti non possono vestirsi col rosa?
Drusilla, mamma di due maschi, anzi maschiacci: Tato quasi 4 anni e Ercolino quasi 2 anni e mezzo.
Ho sempre odiato gli stereotipi.
Per scelta non ho mai comprato una tutina o un vestitino blu o azzurro per i miei figli, preferivo il giallo, il verde, l’arancione, che danno piu’ allegria.

Ho avuto la fortuna di avere un marito che mi appoggiava, forse lui era ancora piu’ anticonformista di me (o forse solo pazzo!), lo dimostra il fatto che il giorno del matrimonio indossava una camicia rosa shocking.
Lo stereotipo del  vestito azzurro l’ho combattutto fin dal giorno in cui ho saputo che aspettavo un maschietto. Ho proibito a tutti i parenti di regalarmi tutine blu o azzurre.
Il primo passeggino di Tato, durante l’avventura libica, era rosa, anzi fucsia! Quanto mi piaceva guardare Tato in quel passeggino, cromaticamente parlando era perfetto perche’ Tato ha sempre avuto capelli biondissimi e occhi blu cielo che si intonavano alla grande con il rosa. Poi la nonna (piu’ per errore che per scelta!) al nostro ritorno durante le vacanze estive gli compra un triciclo, indovinate un po’ il colore? Rosa e viola. Fantastico!!!! Per la festa del suo secondo compleanno gli abbiamo comprato una camicia rosa e bianca a quadretti; semplicemente divina!
Insomma, a me il rosa sui miei Tati piace un casino.
Quante volte, girando in Italia, mi sono sentita dire: “Ma che bella bambinaaaa!”. No guardi si sbaglia, e’ un maschio. Eppure i miei figli indossano spesso vestiti di diversi colori: marrone, verde, giallo, bianco, arancione, blu ma la gente si confondeva comunque. Cio’ significa che non era colpa del colore rosa ma degli occhi della gente…..

Mimma.Vengo da una famiglia di donne. Siamo tre sorelle, una mamma, gatto e cane rigorosamente sempre femmina. Pur non essendo sfacciatamente una famiglia matriarcale spesso mio padre si sentiva in minoranza, che poi lui fa il parrucchiere delle donne.
Quando ero incinta, lo confesso, avrei voluto un maschietto, condizionata sia dal fatto di un fantastico nipotino, il primo maschio della famiglia, sia dal desiderio di confrontarmi con quell’universo con cui tante volte mi ero così poco “capita”. Invece arrivò una meravigliosa patatina, bè più una torella, 4 kg di forza ed esuberanza. Il padre mi chiese “per favore non vestirla solo di rosa”.  Fosse per lui la dovrei vestire sempre di blu il suo colore preferito. Ed io ho faticato ad accontentarlo. Perchè è innegabile trovi solo cose rosa, sopratutto quando sono piccoline. E se la vestivo di blu per tutti era un maschietto. Sebbene Patata abbia proprio un musetto bello. Segno evidente che ormai fa parte troppo del pensare comune classificarli in base ai colori.

Patata è una vera wild , anzi meglio dire è un orchessa. Ha due anni e se può mangia con le mani, ha sempre un tono di voce altissimo, squillante, correrebbe sempre e ruba le macchinine ai suoi amichetti maschi che restano i suoi compagni di gioco preferiti.
Io devo dire che evito di rinchiuderla in certi box. Per ora le metto pochi “vestitini” preferisco i pratici e comodi leggins (a strisce, con le stelle, colorati), odio farle i codini e imporle vestiti scomodi.
Tutto ciò che è smaccatamente definito femminile o le è stato regalato da qualcun altro o se ne è innamorata da sola. Tipo Hello Kitty e i braccialetti. Mi piace crescerla come individuo. Trasmetterle quei valori in cui credo che sono un sano entusiasmo, amore per la condivisione e una buona educazione che avrei dato anche al suo omonimo maschile.

Non mi è mai piaciuto rimarcare le differenze anche se innegabilmente ci sono. 

In Patata ho visto un’attitudine all’accudimento del suo baby (bambolotto) che è femmina. Le ho visto sgranare gli occhi al primo vagito e correre in suo soccorso (cari esperti di puericultura che dite di non correrre quando piangono, ebbene sappiatelo, è più forte di noi). E questo mi piace un sacco. Ecco vorrei che valorizzassimo questi aspetti dell’essere donna. Non vorrei che nelle foga di essere sempre forti e all’avangardia facessimo perdere alle nostre figlie qusta caratteristica: la dolcezza e un indole all’accudimento.

Le vestiamo con i fiocchetti e tutte di rosa ma poi le inculchiamo un certo cinismo e una visione maschile, che poi siamo così sicure le salverà e aiuterà in futuro?

Quando sono venuta in Kuwait mi sono sentita dire:  non ti spaventa crescere una figlia femmina in un paese islamico? Vi giuro io sono rimasta allibita. Prima di venire qui mi ero solo preoccupata che ci fossero le giuste condizioni sanitario e mediche. Appurato e avuto rassicurazioni su questo non mi sono più preoccupata. Ho pensato che questa era solo una situazione transitoria, piena per lei di belle opportunità. Una mamma h24, crescere bilingue, vita all’aria aperta, confronto con tanti popoli perchè chiaramente avremmo scelto scuola internazionale. Insomma crescerla curiosa e aperta anche grazie al confronto con le donne che mettono il burqa. Forse chi mi ha fatto questa domanda dimentica che nel nostro caro mondo occidentale esistono ben più gravi pericoli.  Dodicenni già veline, sesso facile o quando va bene vittime del bullismo perchè belline (ricordiamo la storia di quella ragazzina suicida??).

In verità da quando sono qui c’è un’altra domanda che mi frulla nella testa e un pò mi preoccupata: come  interpreterà lei la mia scelta? Mollare tutto o quantomeno metterlo nel cassetto per un pò: lavoro, precedenti studi, affetti per sposare la causa della famiglia expat, come lo vedrà? Una sconfitta? Una regressione o un’affermazione di se? Un buon esempio? Perchè ammettiamolo io sono figlia  della concezione che una donna è realizzata solo se ha un valido titolo di studio, lavora, ha un buono stipendio oltre ovviamente fare tutto il resto.
Fare la mamma e basta spesso viene visto come una pazzia o qualcosa di poco edificante.
Chissà perchè noi donne  e, spesso siamo noi stesse a crearli, passiamo più tempo a combattere stereopiti che a vivere serenamente la propria vita. 
Magrissime è meglio, solo la gioventù  è affascinate, lavoro e soldi sinonimo di libertà, figli ma anche carriera 18 ore al giorno, ovviamente mogli e amanti perfette. Vogliamo tutto, salvo poi essere senza forze, spesso scontente e con un unica domanda: come si fa a fare tutto?
Forse è  questo il vero motivo per cui  avrei voluto un figlio, perchè il percorso sarebbe stato più facile.
Non sono ancora riuscita a darmi una risposta. Solo il tempo lo saprà.Spero che capisca che considero la mia scelta un grande privilegio. Un nuovo modo di vivere e il richiamo a nuove consapevolezze. E poi non mi sento meno libera e all’avanguardia delle donne in carriera.
Ho aperto la mia testa e valutato nuove opportunità che comunque mi stanno dando grandi soddisfazioni. Non è stata una scelta di comodo, nè una via di fuga.  Sono stata così fortunata da poter scegliere un progetto di vita avendo comunque altre chance. Quindi cara mia splendida Patata mi auguro che tu possa sempre essere libera, libera di testa senza farti incastrare da alcun stereotipo. Libera di scegliere sempre e comunque ma dopo esserti assicurata un ventaglio di possibilità…compreso quello di vestirti di rosa, lilla, viola, glicine e blu. 


Con questo post partecipo al Blog Tank di Il Bambino di Donna Moderna


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Comments

  1. mammapiky says

    20 Marzo 2013 at 15:11

    I colori mi piacciono tutti, mi piace un maschietto vestito di azzurro ma anche di giallo, mi piace una femmina vestita di rosa ma anche di blu. Mio figlio nel frattempo ama il rosso ed il suo guardaroba e’ quasi tutto così!!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      21 Marzo 2013 at 20:05

      Cara mammapiky mi sembra di capire che tra poco avrai una bella femminuccia con cui cimentarti. In bocca al lupo…io amo alla follia la mia puzzola…e W i colori

      Rispondi
  2. Graziella Pezzetta says

    20 Marzo 2013 at 15:59

    Pensare che la divisione “rosa per le femmine e azzurro per i maschi” è davvero recente, la inventò un’infermiera nei primi anni del secolo scorso, tale distinzione è attecchita in modo rapidissimo diventando immediatamente uno stereotipo.
    Voi “mamme 24h per scelta” siete il nuovo nel mondo occidentale, però lo potete essere solo perchè le donne si sono emancipate e possono scegliere di non essere “mamme 24h per forza” Quindi in fondo dobbiamo tutte ringraziare le suffragette prima e le femministe dopo, se oggi possiamo scegliere di essere quello che vogliamo. Penso che i figli apprezzino le scelte oneste e felici dei loro genitori, specialmente se la conseguenza è quella di essere a loro volta bambini amati, liberi e felici.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Marzo 2013 at 9:10

      Graziella i tuoi punti di vista sono sempre speciali! Grazie…di regalarci sempre spunti di riflessione.

      Rispondi
  3. Paola Adamo says

    23 Marzo 2013 at 20:43

    Mimma ovviamente d’accordo con te, come sempre. Solo che io ho sempre voluto questo. I primi anni insieme Jump mi rimproverava e nn comprendeva che la mia più grande ambizione fosse essere una brava mamma. Diceva che dovevo avere altre ambizioni per me, poi con gli anni ha capito.
    Ora mi capita di chiedermi cosa penserà mia figlia del fatto che, nato suo fratello, ho lasciato il mio lavoro e ho deciso di stare a casa a essere “solo” moglie e mamma.
    Io sono felice così, mi occupo di tutti, ma continuo a coltivare me stessa.
    Spero che il mio esempio le insegni solo che deve fare di tutto per realizzare se stessa, qualunque cosa lei voglia essere

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Marzo 2013 at 9:10

      Paola mi sono emozionata e nn solo perchè ti conosco , ma perchè nelle tue parole ho letto e sentito la tua forza, il tuo equilibrio e la tua consapevolezza. Bello davvero. Credo che la più grande conquista è essere libere di essere se stessi fino in fondo. Capirlo senza farsi imprigionare in schemi. Una volta lessi una frase in un libro di Choelo ” veronica decide di morire”: il vero io è quello che sei non quello che ti hanno fatto credere di essere. Ecco qs è più il grande auguri..capire e vivere secondo il nostro vero IO.

      Rispondi

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