Esso pertanto si sviluppava, in linea di massima, all’interno di strutture murarie protette, secondo un andamento che potremmo definire grossolanamente a cerchi concentrici, con le professioni e le arti meno legate a merci deteriorabili disposte al centro (poteva essere questo il caso degli orafi e dei profumieri), con quelle a impatto medio nel secondo cerchio (alimenti aridi, tessuti, calzature) e con le arti e professioni più “inquinanti” verso l’esterno (lattonieri, tintori, macellerie, pescherie, animali vivi al dettaglio). Ogni genere commerciabile veniva così ad operare accanto a quello dei propri concorrenti, così da agevolare il cliente nelle sue valutazioni comparative.
Quello di Istanbul è bello e grande, ma anche qui a Kuwait è abbastanza grande e con un suo fascino. Ci eravamo già andati con i bambini, ma con loro è dura farsi un idea precisa. Così martedì mattina, il nostro giorno free, io, Dru e Manu siamo andate in perlustrazione. Io munita delle mia macchina fotografica e Manu preoccupata che le mia solita “esuberanza” non venisse male interpretrata. Ci sono diversi ingressi e noi siamo finite subito in quello dedicato alla frutta,carne, pesce.
Drusilla al Suok ci è stata più volte con il marito, quando possono ci vanno per comprare frutta fresca che è buonissima o i datteri che qui si trovano in abbondanza.Appena entrata Devo dire che immediatamente è ritornato vivido il ricordo della “chiazza” del mercato coperto che c’era al mio paese in Puglia. Segno di una certa familiarità con gli usi e i costumi arabi nella mia cultura, che forse mi hanno facilitato in questa avventura. Immediatamente vicino al settore della frutta c’è quello del pesce e della carne.

Continuando il nostro giro, finiamo in lungo corridoio, pieno di bancarelle, i negozio non erano ancora aperti (qui la vita commerciale inizia alle 10 e finisce alle 22), però riusciamo a intravedere la loro merce. Si tratta di tutto quello che servirà per onorare la prossima festa del “Indipendence day”. Vestiti, trombette, bandiere.
Infine io voglio vedere la parte centrale, quella famosa per i gioielli, “l’oro giallo” molto famoso qui. E non mi deludono, ce ne sono tantissime e per tutti gusti, anche se i negozi non hanno nulla di sfarzoso..
A me più che i colori, gli odori e gli oggetti interessavano le persone, vedere cosa facevano, questo è uno dei luoghi frequentato molto dagli arabi come dire “tipici” e quindi respirare un po’ della loro cultura, dei loro costumi e devo dire che sono stata accottentata. E piacerebbe aver trasmesso anche a voi un pò di questa atmosfera…

















Ma chi sono i tizi delle foto appese alle pareti?
Ciao Graziella, allora quello a sinistra è il principe ereditario mentre quello a destra l’emiro del Kuwait.