Ritornare in Italia (per le vacanze) ti regala ogni volta tante nuove emozioni.
Solitamente, quando atterro a Malpensa mi scende una lacrima di gioia.
Mi si riempie il cuore al pensiero che finalmente riabbraccero’ la mia mamma, il mio papa’ e la mia sorellina dopo mesi di conversazioni via Skype e poi mi commuovo guardando l’infinita gioia dei miei figli che corrono incontro ai loro nonni per riabbracciarli. Insomma l’Italia e’ la nostra terra d’origine, il Paese dove siamo nati, cresciuti e vissuti per tanti anni, e’ pur sempre la nostra casa.
Ecco, il concetto di casa per una mamma expat non e’ un concetto semplice, sia da capire in prima persona che da spiegare ai tuoi figli.
In diverse occasioni Tato mi ha posto questa domanda: “Mamma, ma la nostra casa dov’e’?”. Allora, fammi pensare…. Quale casa? Abbiamo una casa in Italia sul Lago di Garda, una casa in Kuwait e poi ci sono le case dei Nonni. E’ si, noi siamo proprio fortunati perche’ abbiamo taaaante case, tanti luoghi dove abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, luoghi ai quali siamo particolarmente legati e che ci regalano sempre emozioni nuove e indimenticabili.
A volte mi sento un po’ come Jovanotti nel video della sua canzone “Questa e’ la mia casa”, in mezzo al mare su una zattera con Daddy, Tato e Ercolino che cantiamo:
Anonymous says
bellissimo quello che hai scritto ,la casa è quella dove ci sono le persone che ami,e naturalmente più di una.E ci mancava la canzone di Jovannotti per piangere un pò,ciao carina a domani
Mimma Zizzo says
Non avremmo fatto questa scelta se non pensassimo che la casa è dove c’è chi si ama! Ciao nonna stefy preparati..i tati in formissima!!!
Emme says
Mimma, quando arrivi a Milan? usciamo una sera SENZA bambini??
Mimma Zizzo says
Magari !! Ma io nn ho più tata ! Potremmo farci aperitivo e lasciarli con i papa. Solo che nn ho idea di quanto staremo a Milano, perché andiamo prima marche e poi in montagna … Saranno 15 gg super rilassanti … Comunque ti chiamo e in qualche modo ci vediamo.
Graziella Pezzetta says
Dru mi commuovi …
Drusilla Galelli says
Grazie Graz!!!
Anonymous says
bene, allora non sono l’unica che piange in atterraggio, guardando Genova dall’alto e canticchiando “Ma se ghe pensu…”, noto (solo ai liguri) canto degli emigranti genovesi…Per l’expat il ritorno e’ qualcosa di particolare, la cui magia inizia ad essere pregustata settimane prima del D-day, con drammatici conti alla rovescia che ricordano il militare (-98, -97, -96…). L’incantesimo in genere svanisce ventiquattr’ore dopo l’atterraggio, quando ormai in balia di amici parenti e affini il suddetto expat (stanchissimo) ricomincia a vedere Kuwait e Singapore come la Terra Promessa dove realmente si riesce a riposare. Per poi ovviamente piangere come una fontana in decollo. Morale: quanto aveva ragione Leopardi con il Sabato del villaggio…