Patata tanto per cambiare era ammalata e, sebbene ormai io, proprio per la frequenza dei malanni, sia diventata “pediatra honoris causa” questa volta dopo due giorni di pianti e conseguenti nottate abbiamo deciso di andare dal nostro pediatra siriano.
Lei che in casa stava mogia e piangeva, già all’idea di infilarsi la giacca, ha ripreso colore.
Per non parlare di quando siamo arrivati in ospedale e siamo andati alla play room (santa invenzione).
Noi senza appuntamento abbiamo dovuto aspettare lì due ore, ma lei era felicissima, neanche l’avessimo portata al parco giochi.
Ieri era pienissimo e lei come di consueto inizia a giocare un pò da sola, si butta sul cavallo a dondolo e decide chi diventerà il suo amico.
Punta inizialmente un bimbo arabo piccolo, di quelli con le tunichette marrone ( il colore di qs stagione) e iniziano una gara a chi tira la palla più grande.
Io rimango distante se posso adoro lasciarla da sola, intervenire il meno possibile e studiarla. Ha rischiato un paio di volte di prendere la palla pensate in testa ma tutto è andato bene.
A un certo punto è iniziato un nuovo gioco, rinchiudersi nello spazio dello scivolo e impedire a tutti di entrare, sopratutto se expat e biondi ( mi è venuto il dubbio che forse lei inizia ad essere troppo “open mind”) e lì sono intervenuta “si gioca tutti insieme”.
Poi ha puntato un bimbo arabo sui 5 anni che bontà sua le ha dato corda, sarà perchè lei gli dava un sacco di soddisfazione con gran risate per tutte le sue trovate e, anche perchè, qui i fratelli maggiori sono molto responsabilizzati verso i fratelli più piccoli e quindi abituati a interagire con i piccoli (mi ricorda me sorella maggiore).
Ad un certo punto è iniziato un dialogo unico e per me esilarante.
Bimbo arabo: allaudalla abdalla ( scusate ma non so l’arabo e qs era più o meno il suono)
Lei annuiva : Yes.
Lui : azzimud arurun
Lei tranquilla sembrava capirlo e faceva quello che lui le chiedeva.
Se lui si allontanava o si distraeva era lei ad andare da lui, toccarlo con la mano e dirgli: baby excuse me…go...puntando il suo famoso dito.
E lui le ricambiava cortesia facendo quello che lei voleva.
Insomma a guardare il mondo di mia figlia e questo modo unico di interagire in più lingue, senza probabilmente accorgersi della stessa diversità, mi ha affascinato e divertito…è stato troppo forte.
E rafforzato la gioia di questa scelta…
Per la cronaca il dottore ha sentenziato una “semplice infiammazione delle gengive ” uno spray e passa tutto. E lì ho pensato pure in qs tutto sua padre: “ZERO RESISTENZA AL DOLORE!!!”
Anonymous says
Che bella storia amica …non ci sono differenze per loro. E’ fantastico! E Giada uno spasso gia’ open mind.
Monica
mammeneldeserto says
Giada ha due anni e ora più che mai è l’età delle scoperte e condivisioni. Lei poi che praticamente non ha mai vissuto la fase isolamento dei bimbi piccoli ora vive all’ennesima potenza il desiderio si stare con gli altri. Al pomeriggio appena si sveglia urla: ercolino, mamma ercolino.
E la mattina in macchina mi dice mamma evviva baby ( così per lei nido). E anche lì appena arriva ha il suo gruppetto che l’accoglie.
Il mondo dei bambini è sempre bello, solo che qui a me pare ancora più divertente e ricco di sfumature nuove per me.
Destinazioneestero says
Anche le mie figlie quando arrivavano dal pediatra sembrava non avessero più nulla…
mammanelderserto says
infatti ormai il pediatra mi guarda con sufficienza e mi ha catalogata come “mamma ansiosa”..