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Tempo per la mamma

29 Gennaio 2013 By mimma 2 Comments


Tema caro a tutte noi mamme. 

Penso che se qualcuno ci domandasse cosa vorremmo come regalo, la stragrande maggioranza di noi risponderebbe: un po’ di tempo per me stessa. 
Senza guardare l’orologio, senza pensare al pranzo o alla cena da preparare, senza pensare a cosa fare per intrattenere i figli  o “sedarli”. 
Tempo per le mamme. Un lusso vero per tutte. Sia per le mamme lavoratrici che non, tutte a fare i conti con il senso di colpa appena fai qualcosa per te stessa. 
All’inizio appena questo extraterrestre arriva, in realtà non è così forte questa esigenza, non per tutte almeno; sei un po’ fagocitato da questo sconosciuto e da questo sentimento enorme che ti cresce dentro senza contare che ci sono mille nuove esigenze a cui provvedere. 
Io quando aspettavo Giada ricordo che a mio marito dissi che non volevo nessun regalo materiale, ma solo la possibilità di fare un po’ di sport per rimettermi subito in forma. Ecco gli dissi: regalami un pacchetto con un bel personal trainer a casa e una brava massaggiatrice. Illusa. Chissà, forse ero convinta di essere una star ma soprattutto ancora una volta dimostravo di non sapere esattamente cosa mi aspettava. 

L’allattamento, per me, a volte è stato un vero stress. Mi sembrava che tra poppata, cambio, ruttino e tentativo di farla dormire (se non hai un figlio “modello” non sempre succede) c’era giusto il tempo per darmi una spazzolata ai capelli, lavare l’insalata, per la bistecca che il marito si sarebbe cucinato a cena da solo. 
Certo, il tempo poi ho dovuto per forza trovarlo, ma per il fisioterapista, per recuperare l’uso delle due dita rotte della mano sinistra e soprattutto della spalla destra lussata. Ricordi di una caduta all’inizio del nono mese che ha avuto strascichi molto lunghi, dolorosi e a volte pure comici: come la faccia di tutto il personale in ospedale che il giorno della nascita di Giada a vedermi con il pancione e le due braccia bloccate si dividevano in quelli che non resistevano a ridere e in quelli mortificati e consapevoli di cosa mi aspettava. 
Comunque passati i primi mesi della piccola Patata, mi imposi di trovare tempo per me. Impostata la routine capii che dovevo scegliere cosa fare quando lei dormiva. Perché all’inizio è tutta lì la tua libertà. 
A volte dormivo, ma dormire a comando per me è stato sempre difficile, poi avevo un’adrenalina addosso pazzesca, e non ci riuscivo. Pessima cosa. Recuperare è la prima cosa. Altre volte leggevo, grande passione; a volte mi occupavo delle faccende burocratiche della famiglia, da sempre mio onere. 
Tornare a lavorare, devo essere sincera, è stato un bel momento. Mi è sembrato il miglior tempo per me. Tornavo ad essere una persona. A vestirmi a parlare con gli adulti. 
Ma ancora non c’era il tempo per andare in palestra, dall’estetista, dal parrucchiere con calma, a fare un giro di shopping in tutta tranquillita’. Insomma le cose futili che però ti fanno sentire bene. 
Una volta arrivata in Kuwait, con Giada diventata un po’ più regolare e grandicella, ai tempi un anno, decisi che era arrivato il momento di organizzarsi meglio. Di sfruttare tutte le facilities a mia disposizione e di trasformare il tempo per me in un occasione anche per Giada. 
Nel club c’è un piccolo creche (nido), con personale qualificato, con la possibilità di poter lasciare tua figlia e andare in gym o alla spa o se vuoi in piscina a rilassarti o al mare. Io sono arrivata a una soluzione di compromesso. Lasciavo Giada per un’ oretta con delle simpatiche signorine e in compagnia di altri bimbi per riprendere a fare attività fisica, altre per andare dall’estetista e a volte dal parrucchiere. Invece il giardino fuori e, quando è arrivato il bel tempo, il mare, la piscina, era un piacere da condividere insieme. 

E così mamma e figlia eravamo contente. Lei giocava con qualche bimbo in un luogo bellissimo pieno di giochi, iniziava la sua avventura con l’inglese e con un mondo pieno di nuove culture, mentre la sua mamma si prendeva del tempo per faticare, sudare e quindi star bene. 

So che non tutti i bimbi si adattano così facilmente, ma anche in questo ci vuole un po’ di metodo. Io ho avuto la fortuna di avere una bimba curiosa ma anche il mio atteggiamento ha favorito. Certo le prime volte qualche lacrima c’è stata ma la salutavo con il sorriso e lei piano piano si rassicurava. 
Sono fermamente convinta che uno dei primi obblighi che abbiamo è trasmettere ai figli la sicurezza di farcela da soli, che mamma e papà ci sono e ci saranno sempre, ma io posso giocare un po’ da sola o dormire da sola. E resistere alle loro lacrime, almeno di quelle di cui capiamo il significato. 
Poi ho iniziato a sfruttare il suo sonno. Sia il sonnellino pomeridiano, che nel frattempo era diventato più lungo, e le nottate meno tribolanti, è diventato un magnifico momento per cucinare. La mia nuova passione. Ma di questo parlerò ancora, è un tema a me molto caro. 
Mentre la sera e’ un ottimo momento da dedicare agli amici: scrivere mail, chattare, telefonare con Skype ( quando non crolli dal sonno). 
Qui chiaramente è tutto diverso. Ogni mamma araba ha a disposizione una nanny a figlio, che vive con loro e che si prende cura totalmente dei figli e della casa. 
La donna è prima di tutto moglie e poi mamma e il marito va “servito” per primo. Infatti sono curatissime. Sempre perfette. 
I colleghi di mio marito ci prendono per pazzi, anche perché qui l’unica cosa che costa poco è proprio una maid . 
Ma all’inizio non ce l’ho fatta proprio e non perché disdegno gli aiuti ma conoscendomi l’avrei trattata come un ospite e mi sarei sentita a disagio. 
Dopo un anno siamo giunti a un compromesso, abbiamo trovato un aiuto part-time segnalatomi da una mia cara amica libanese. 
Ci aiuta soprattutto con le noiosissime faccende domestiche, ma diventa un valido supporto se io e mio marito vogliamo uscire da soli. Perché non solo è importante il tempo per la mamma ma lo è anche quello della coppia. 
Insomma, non sempre si riesce a fare quello che vorremmo. Io per esempio ancora faccio fatica a sedermi e godermi un bel film sul divano. 
Imponiamoci di regalarci un piccolo momento per noi. Non togliamo nulla ai nostri piccoli e noi diventiamo più dolci e pazienti, anche con il marito. 
Quindi, se si può chiediamo aiuto ai nonni, alle zie, al papà o anche a una tata ( a chiamata). 
Basta un’ora o poco meno. Oppure organizziamoci al meglio per sfruttare i momenti in cui vanno a scuola o dormono. Ma troviamo il tempo per noi stesse siamo mamme ma, non dimentichiamolo, pur sempre Donne e basta con i sensi di colpa. 

Filed Under: Senza categoria

Comments

  1. Lara Dahman says

    29 Gennaio 2013 at 10:35

    ciao Mimma , bell’idea del club .. ma una domanda : per lasciare mio figlio al club, devo iscrivermi al club per forza ??? o e’ aperto al pubblico ???

    Rispondi
  2. Mimma Zizzo says

    29 Gennaio 2013 at 10:49

    Laura devi essere iscritta al club. Io credo che quando vivi a Kuwait o all’estero per quanto oneroso e’ il miglior investimento. Grazie anche a questa abitudine Giada si e’ inserita al nido senza problemi . E qui sai non c’è la cultura dell’inserimento . Ma in generale e’ un buon compromesso quando non hai aiuti .

    Rispondi

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