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women in the desert

14 Aprile 2014 By mimma 33 Comments

Non avrei mai pensato che la rete e il blog potessero offrirmi così tante opportunità.
Il Blog prima è stata il ns diario, poi è diventato un biglietto da visita, poi una finestra sul mondo. Ma forse l’aspetto più bello è che tramite il blog abbiamo nuovi amici.
Fa strano ma è così. E poi veniamo a conoscenze di donne, con storie, atteggiamenti che ci fanno impazzire di orgoglio.
Ultimamente poi abbiamo legato con  due ragazze, che come noi vivono da questa parte di mondo, Chiara e Nadia, e forse per questo le sentiamo particolarmente vicine. Non ci siamo ancora incontrate, se non in rete. Apparentemente sembriamo diversissime, come i nostri blog, eppure io sento molta empatia tra di noi. Sarà che ci piace il loro modo di guardare le cose e, sapendo di cosa parlano, le stimiamo proprio. Oggi vogliamo farvi conoscere la storia di Nadia, quella che sta nel posto più temuto da tutti “Arabia Saudita”, ma che mai leggendo i suoi racconti, sempre ironici, vi sembrerà così terribile o difficile. Lei affronta tutto con una bella dose di coraggio, entusiasmo e tanta tanta positività. Con Drusilla abbiamo deciso di presentarvele, perchè come sapete a noi le storie di quelli che espatriamo piacciono tanto.

Chi sei?
Mi chiamo Nadia, sono una donna mamma, moglie, ingegnere che lavora all’estero ormai da quasi 10 anni. Lavoro per una grande società di costruzioni italiana e giro per il mondo con la famiglia.

Cosa facevi prima?
La studentessa che sognava di girare il mondo.

Perchè hai deciso di espatriare?
Tutto è iniziato all’Università. Lì ho conosciuto il mio poi futuro marito, qualche anno più grande di me. Lui appena laureato è stato assunto da una grande società di costruzioni e ha iniziato a girare prima l’Italia e poi è partito all’estero, nel frattempo io ho finito gli studi e ho deciso di seguirlo, dopotutto era il mio sogno no?! 
Ci siamo sposati e anche io ho iniziato a lavorare nello stesso ambito, e cosi è iniziata la nostra avventura! Abbiamo vissuto in Serbia, Romania e Bulgaria, e adesso siamo in Arabia Saudita. Veniamo entrambi dalla Sardegna, terra meravigliosa e accogliente, dove pero, purtroppo, dal punto di vista lavorativo non avevamo molte opportunità. È stata una scelta di entrambi, siamo molto legati alla nostra terra, ma quella è il nostro punto di riferimento, il nostro nido nel quale torniamo ogni volta che abbiamo bisogno di staccare “il cervello” e rilassarci.

Quali sono stati i tuoi dubbi, se ce ne sono stati?
Mai avuto dubbi per fortuna! Anche dopo aver avuto la bimba (che adesso ha quasi 4 anni), ho pensato che il vivere all’estero sarebbe stata una grossa opportunità per lei! Sta imparando l’inglese, meglio di me a dire il vero, è a contatto con nazionalità diverse e culture che nemmeno si avvicinano alla nostra, che ricchezza per lei! 
In più appena posso, le faccio fare una full immersion nella SUA terra, in modo che non perda le radici e sappia da dove viene. Li ha amiche, cugine e dei nonni e bisnonni meravigliosi che le insegnano anche il Sardo. Insomma, ho una figlia trilingue e vivo al caldo… perchè dovrei avere dubbi?? 
Scherzi a parte, prendo tutto con entusiasmo e cerco il lato positivo di questa esperienza… mi sento molto Pollyanna! 🙂


Cosa apprezzi del posto dove vivi e cosa invece non riesci ad accettare
Dell’Arabia mi piace il clima, il cibo, la gentilezza! È una cultura mooolto diversa dalla nostra, la loro visione della donna non è decisamente encomiabile. Non mi va a genio il fatto che qui abbia perso un po’ della mia indipendenza, non posso guidare ad esempio, sono occidentale ma devo uscire con l’Abaya, abito nero tipico delle donne locali. Il fatto che i negozi chiudano durante le preghiere. Le tempeste di sabbia. Insomma piccole grandi cose che a volte ti fanno dire.. ma chi me lo ha fatto fare!! Poi giornate come quella di oggi, piscina, amici nostri e della gnometta… e con un sorriso passa tutto!


Quali sono state le difficoltà maggiori?
Come ho gia detto, vivendo in un paese arabo, la percezione della donna (locale o no), non è delle migliori.  Non potendo guidare sei sempre legata o al marito o un’autista. Vivo in un compound che non è esattamente al centro città (contando che vivo in una da quasi 6 milioni di abitanti…), quindi ogni volta che voglio uscire devo per forza chiamare qualcuno. I taxi non sono consigliati alle donne sole, specie se non locali, quindi vi lascio immaginare! Altra parte complicata trovare una tata per la mia bimba! Pensare di lasciare lei con qualcuno che non fosse un membro della famiglia è stato sempre un morso al cuore, ma lei è cosi brava e paziente! Adesso ho una ragazza filippina dolcissima con qui passa qualche ora dopo la scuola, mentre io sono in ufficio, ma la selezione è stata dura (per me!!) e accurata! Le mie priorita sono sempre state  marito e  bimba, quindi la parte piu difficile è sempre quella di conciliare lavoro e famiglia!!



Dicci il posto più bello della vostra città o cosa si deve assolutamente fare.
La città è bella, ci sono dei bei parchi e degli edifici magnifici! Ci sono dei centri commerciali da sogno, con tutti i più grandi marchi fashion conosciuti, e per una shopping maniac come me che ha piu scarpe e borse che giorni di vita per usarli è una manna!! Sicuramente la gita e il  picnic nel deserto, tra dune e cammelli, è imperdibile. Sai che divertimento per marito e figlia!! Per me meno, non sono amante delle notti in tenda e trovare della sabbia dove dormo, ma cosa non si fa per amore. 

Ora cosa fai? ti sei rienventata o hai trovato un occupazione attinente al tuo cv? e se si come? 
Per mia fortuna faccio il lavoro per cui ho studiato! Per qualche mese ho lasciato il lavoro, (ero collega di Andrea, il vostro ospite amico),avevo bisogno di una pausa di “riflessione” e di godermi il paese nuovo.
Nel frattempo qui in compound non ho perso tempo e organizzavo uscite per le donne, eventi, ho conosciuto designer di abaya e di gioielli, organizzavo corsi di cucina e lingua italiana e feste per bambini! Insomma, non mi sono mica annoiata! 
Poi ho ricevuto varie proposte di lavoro e la mia avidità ha avuto il sopravvento.
Mi sono assicurata che bimba e marito fossero felici della mia scelta, ed eccomi di nuovo al telefono e davanti al pc con nuovi clienti e partner lavorativi da gestire.
E che soddisfazione quando sono vestiti in dishdasha!!

Sei diventata una stalker che attacca bottone con tutti o invece sei quel tipo di expat che si è rinchiuso nella famiglia, tanto tra un po’ andiamo via?
Stalker for sure!! Sono stata una delle prime a vivere in questo nuovo compound, quindi ogni nuova famiglia che arrivava trovava me e un’altra matta svizzera a fare da comitato di accoglienza!! Ma che divertimento a conoscere tutti. Adesso siamo una bella comunità e ogni volta che sappiamo di un nuovo arrivo ci prodighiamo per attenuare il trauma del trasloco. Non so mai quanto staremo veramente nei paesi in cui ci trasferiamo, quindi mi godo ogni giorno e faccio più conoscenze possibile, anche perchè ho imparato che il  mondo è davvero piccolo e capita che si riincontri prima o poi dove meno ci si immagina!

Questo tipo di esperienza fortifica la famiglia o la coppia o la mette a dura prova?
Dal mio punto di vista la fortifica eccome! Viaggiamo insieme, facciamo esperienze diverse ogni giorno, vediamo posti nuovi, ci riscopriamo ogni giorno e affrontiamo sempre nuove sfide! Secondo me mette a dura prova solo le coppie in cui uno dei due non è davvero convito della decisione presa! Per fortuna non è il nostro caso, siamo 2 matti uguali!! e la 3 lo sta diventando!!



Dopo l’espatrio i tuoi confini “mentali” si sono davvero allargati? i tuoi sogni sono cambiati?
Credo di si! Come ho detto è sempre stato il mio sogno viaggiare per il mondo e ora vengo pure pagata! Il fatto di farlo con la mia famiglia non può che rendermi felice! Conoscere poi nuove culture, nuove lingue, nuove persone, per me è una bellezza! Certo le difficoltà non mancano, ogni tanto penso ai miei genitori , mio fratello e mia sorella tanto lontani.. ma con skype il mondo si è ristretto d
avvero!!

Vorresti tornate in Italia o continuare a girare il mondo???
Per adesso che la bimba è piccola staremo in giro per il mondo! Non appena lei sara più grande, cercheremo di “fermarci” da qualche parte per farle avere un po’ di stabilita. Se sarà in Italia ben venga, ma non escludo possa essere qualsiasi parte del mondo dove stiamo bene!

Se potessi sintetizzare in un frase o parola cosa ti sta insegnando questa esperienza cosa diresti?
Che avere un’autista non è poi cosi male! ahah! scherzo! Il mio motto è “Home is not a place, it’s a feeling!”, non importa dove sei , ma con chi sei, e io sono proprio con chi vorrei essere!!

 



Avete capito perchè ci piace??? Seguitela sul suo blog http://abayaandheals.blogspot.com/  ed ha pure una pagina facebook e profilo istangram.

Filed Under: women in the desert

Comments

  1. Chiara T. says

    14 Aprile 2014 at 13:43

    Evviva Nadia e la sua positività!
    http://www.bonjourchiara.com
    Bonjourchiara Facebook Page

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      14 Aprile 2014 at 13:57

      e tu stai facendo i compiti?? tu sei l’altra nostra women in the desert

      Rispondi
    • Abaya and Heels says

      14 Aprile 2014 at 17:59

      smack!

      Rispondi
  2. Anonymous says

    14 Aprile 2014 at 14:25

    Brava Nadia , tanta positività quasi da invidiare , forza donne expatriate siete fortissime ,per nessuna donna è facile, per voi è ancora più problematica ma voi siete meravigliose.Sono nonna e mamma di una meravigliosa famiglia che vive all’estero e che mi manca tanto ma che altrettanto ammiro ciao carine

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      14 Aprile 2014 at 14:41

      dai che manca poco…e torniamo tutti

      Rispondi
  3. Mamma Avvocato says

    14 Aprile 2014 at 14:34

    Questo si che è ottimismo!
    Io però non mi sentirei di vivere in un luogo in cui mia figlia sarà costretta a coprirsi per uscire e non potrà guidare….meno male che per ora e’ piccola!
    Brava Nadia!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      14 Aprile 2014 at 14:36

      Nadia lavora in un ambito che ti porta a cambiare molto, di solito si sta 2,3, 4 anni al massimo. Poi finito il progetto si cambia ancora. E’ una vita da veri zingari, finchè appunto non decidi di fermarti e sono convinta che per loro non potrà mai essere l’Arabia.

      Rispondi
    • Abaya and Heels says

      14 Aprile 2014 at 18:00

      Grazie! si non appena mia figlia sara costretta all’abaya fuggiremo di sicuro! anche perche, visto il caratterino, non credo sara facile convincerla!! poi, come dice Mimma, in genere max 5 anni e si cambia..vediamo quale sara la prossima destinazione!

      Rispondi
  4. antonellaVì says

    14 Aprile 2014 at 16:30

    mamma mia da fare invidia 🙂 bellissima vita piena ance se non penso sia sempre facile la vita da expat. Grande filosofia di vita è l’ottimismo

    Rispondi
    • Abaya and Heels says

      14 Aprile 2014 at 18:01

      Grazie! si non è facile sopratutto con i bimbi, ma che esperienze si fanno!

      Rispondi
  5. Abaya and Heels says

    14 Aprile 2014 at 18:01

    Grazie Mimma e Drusilla! non vedo l’ora di conoscervi dal vivo! vi sento molto vicine e questo è una grande cosa! un abbraccio virtuale!!

    Rispondi
  6. Emme says

    14 Aprile 2014 at 18:13

    Brava Nadia, positiva e diplomatica. Io sono sicura che dopo 2 giorni in Arabia Saudita mi arresterebbero per aver fatto qualche gaffe, tipo sbeffeggiare la foto dell’emiro o levarmi un attimo l’abaya perché ho caldo! mi conviene rimanere in Italia 😉

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      15 Aprile 2014 at 10:45

      sicuro…tu sei pericolosa!!! ahhhhh

      Rispondi
  7. Anonymous says

    14 Aprile 2014 at 18:25

    Salve, é da un po’ che seguo sia voi che Nadia, é interessante per me la prospettiva di chi vive nei paesi del Golfo, e voi sapete raccontare con brio e curiosità la realtà che vi circonda. Ho vissuto in molti paesi arabi, ma mai in quella regione, e ora sono in Tunisia. Il deserto c’é, ma non é proprio dietro l’angolo! Mi permettete una critica costruttiva, sia a voi che a Nadia? Spesso parlate delle sfide dell’essere donna nei paesi arabi, visto alcuni limiti culturali o religiosi. Il punto é che certi limiti dipendono molto dal paese in cui si vive, quindi a volte, leggendovi, sembra che in tutto il mondo arabo sia la stessa cosa, mentre sono sicura che voi in primis sapete che ci sono molte differenze tra un paese e l’altro. Ma magari chi vi legge dall’Italia, e non ha l’opportunità di viaggiare, puo’ pensare che bisogna coprirsi con l’abaya dappertutto nel mondo arabo, quando non é cosi.
    Insomma continuate cosi che siete bravissime, ma non dimenticate che non tutti quelli che vi leggono sono degli esperti del mondo arabo! PS. scusate la lunghezza! Ele

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      14 Aprile 2014 at 20:48

      Ciao Ele, grazie per il commento. Si faremo attenzione, pensavo mettessimo abbastanza riferimenti a Kuwait, perà hai ragione ci sono già fin troppi preconcetti e idee, meglio non aggiungerne di nuovi.

      Rispondi
  8. Katia Spada says

    14 Aprile 2014 at 18:31

    che dire amica??sei fantastica ma già lo sapevo!! un abbraccioneeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

    Rispondi
    • Abaya and Heels says

      16 Aprile 2014 at 18:11

      Grazie tesoro!!

      Rispondi
  9. insonne says

    14 Aprile 2014 at 20:43

    Cara Nadia, è un piacere leggerti, ed anche sentirti raccontare dal vivo le esperienze meravigliose che hai fatto! Se l’ingegneria ti lascia un pochino di tempo potresti scrivere un libro … pensaci, sei molto brava! 🙂 Baci Sara

    Rispondi
    • Abaya and Heels says

      16 Aprile 2014 at 18:11

      Grazie Sara!! ahhha non ci ho mai pensato!! baci!

      Rispondi
  10. mammapiky says

    15 Aprile 2014 at 7:06

    La considerazione sulla casa la approvo in pieno, ciò non vuol dire che vivere in un paese così “diverso”, sia facile…complimenti sul serio! ….chi mi spiega l’ultima foto? Nonostante il mio inglese, non ho capito bene.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      15 Aprile 2014 at 10:47

      semplicemente di stare attente. Il loro abaya solo lunghissimi e si posso incastarre ovunque. Ci sono cartelli analoghi vicino alle scale mobili…io qui non ne ho visti, non essendo obbligatorio indossarlo, ma l’ho sempre pensato!!! e se si impiglia???

      Rispondi
    • Abaya and Heels says

      16 Aprile 2014 at 17:26

      E non vi dico quante volte lo chiudo fuori dalla portina della macchina… nelle scale mobili lo sollevo..aspetto da un momento all’altro una bastonata da dietro del mutawa…

      Rispondi
  11. Monica Loi says

    15 Aprile 2014 at 8:38

    Che emozione leggerti.. vi aspettiamo….<3 un abbraccio

    Rispondi
    • Abaya and Heels says

      16 Aprile 2014 at 17:25

      Un bacio Moni!!

      Rispondi
  12. Graziella Pezzetta says

    15 Aprile 2014 at 11:13

    Sono contro i pregiudizi, ho un fratello mussulmano, una madre cattolica credente e praticante, io sono atea, i miei figli sono stati tutti e tre battezzati, così come mio nipote. Credo nella libertà di pensiero, nella libertà di essere quello che si vuole essere, come si vuole essere, amare chi si vuole, l’unico limite che mi pongo e che pongo anche agli altri è che la libertà non danneggi la libertà altrui. Detto questo: il post è veramente bello, piacevolissimo leggere delle esperienze di altre donne coraggiose e intraprendenti, particolarmente se vivono in paesi “molto difficili” specialmente per le donne. Certo non in tutti i paesi arabi è obbligatorio coprirsi, e in moltissimi paesi a maggioranza mussulmana la vita per le donne non è particolarmente opprimente. Mia madre ha vissuto in Africa, prima in Camerun e poi nello Zaire dove la presenza mussulmana è consistente, ma la convivenza coi cristiani era assolutamente normale. C’è però un limite secondo me che, per ora, è invalicabile nei paesi Arabi, ed è che gli stati Arabi sono “confessionali” è la religione a dettare la vita delle persone e il Corano non è particolarmente favorevole alle donne. Quindi quando sento la difesa dei comportamenti verso le donne, rimango sempre molto perplessa. Partendo appunto dal presupposto che la libertà è sacra, io rivendico il mio diritto, come donna, ad essere libera di non adeguarmi, di non condividere, di non sottomettermi. Per me è chiaro e logico e “naturale” Non lo è per moltissime persone.

    Rispondi
    • Abaya and Heels says

      16 Aprile 2014 at 17:29

      Sono d’accordo con te. Il problema è che mentre in alcuni paesi c’è la liberta di pensiero e di culto, qui non c’è scelta alcuna. E’quello. Se hai un credo diverso è VIETATO esprimerlo. E c’è l’arresto o la morte. Non scherzano mica! E anche i pensieri,meglio non dirli a voce alta o scriverli troppo! l’ironia è un mezzo che loro poco apprezzano e capiscono. Detto questo, essendo qui per lavoro e non per piacere, mi adeguo al paese in cui sto, per forza di cose!

      Rispondi
    • Graziella Pezzetta says

      16 Aprile 2014 at 22:07

      E ti ammiro enormemente per questo!

      Rispondi
  13. Anonymous says

    15 Aprile 2014 at 12:14

    Ciao Amica ;-)! Bellissima intervista e bellissima esperienza la tua, nonostante il paese difficile nel quale ho vissuto da bambino! Ricordo ancora le nostre giornate passate in Italia….salutami il resto della family e speriamo di incontrarci presto!

    Ancora complimenti, Andrea

    Rispondi
    • Abaya and Heels says

      16 Aprile 2014 at 17:30

      A presto Andre!!

      Rispondi
  14. Anonymous says

    15 Aprile 2014 at 22:05

    Brava Nadia!!!

    ..e aggiungo che non solo è brava ed ha una forza d’animo notevole, ha pure una santa pazienza nel consigliare una rintronata indecisa come me, estranea che la importuna via mail 😉
    Francesca

    Rispondi
    • Abaya and Heels says

      16 Aprile 2014 at 17:31

      ahhahah si cerco di far espatriare la gente! dovro aprire una agenzia viaggi mi sa!!

      Rispondi
  15. Nunzia Cillo says

    16 Aprile 2014 at 18:05

    Bellissima intervista, mi ci sono ritrovata moltissimo 🙂
    Complimenti per la forza e per il coraggio!
    N.

    Rispondi
  16. Fede says

    6 Maggio 2014 at 21:23

    bellissima l’intervista a nadia, adoro leggere il suo blog e le sue storie, amo viaggiare e queste storie mi fanno sempre brillare gli occhi
    I LOVE SHOPPING

    Rispondi

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Mamme nel deserto è la storia di due donne, Drusilla e Mimma, due mamme, che si incontrano nel deserto non solo fisico, ma anche metaforico. Due donne expat per amore. Leggi tutto

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