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mia figlia mena

24 Settembre 2013 By mimma 24 Comments

Ecco è successo quello che pareva impossibile. 
La bimba sempre sorridente, con un sorriso che va da un orecchio all’altro, con gli occhi sempre brillanti, sempre felice, gentile e ciarliera con tutti, disponile al cambiamento, ai baci, agli abbracci, che canta e balla, pronta a essere amica di tutti : Mena. 
Per l’esattezza ha tirato un bel morso, di quelli che lasciano il segno rosso, di quelli che ci vuole il ghiaccio.
Perchè l’ha tirato? Nessuno lo sa con esattezza. Nonostante ci siano 4 maestre per 15 bambini, nessuno ha visto. Pare che il malcapitato, volesse passare avanti, ma nessuno è sicuro.
L’unica cosa certa che l’ha tirato lei quel morso selvaggio.
Lei che le prende da un bel po’, che ha collezionato dei bei graffi sotto gli occhi che ci abbiamo messo 10 giorni a togliere, dei bei calcioni, spintoni, schiaffi, giochi lanciati addosso. 
E io? come sto?
Incredula. Lo ammetto sono più brava a gestire chi subisce la violenza. Dirle “dai amore non fa nulla, accade, i maschi sono così. Però pure tu cosa ti metti a contendere questo gioco, lascialo perdere no?”. E lo penso sul serio. 
E non serbo rancore per il bimbo molestatore, bè quella volta degli sfregi   graffi sotto gli occhi un po’ si, ci ero rimasta male. Ma poi dimentico in fretta. Non me la prendo neanche con la madre. Anche perché odio quelle madri che litigano o discutono per i comportamenti dei figli, perché loro poi dopo essersi menati sono amici come prima. Dimenticano tutto. Per loro, la spinta, il calcio, fa parte del gioco. Invece a te mamma ti resta l’inca**atura. Anche perchè nessuna madre è contenta o sta zitta quando i propri figli menano o si comportano male. 
Di fronte al suo primo vero atto di reazione, sicuramente più grave dell’offesa, resto attonita. Anzi no, lo ammetto resto delusa. Ma delusa proprio. Anche perché la teacher mi ha preso da parte. Fatto una sorta di ramanzina, per quanto poi io abbia capito in quel momento di totale smarrimento, dipinto una sorta di moderna teppistella, refrattaria alle regole in cui non riconosco mia figlia (scusa teacher ma settimana scorsa non le hai dato il premio come star della settimana? per essere la bimba più serena e sorridente? quella che si è inserita meglio degli stessi inglesi? E poi tu dov’eri?). Queste cose le ho pensate dopo. In quel momento mi sono mancate le parole.
Si in quel momento pensavo al padre che stufo di vederla soccombere, nel week end  dopo l’ennesimo episodio dove le ha prese, riportando ancora graffi, le dice:” adesso devi imparare a reagire, che nella vita difendersi è importante”. 
E io a dirgli, ma no, loro mica capiscono la differenza tra difesa e attacco. Imparano solo violenza.
Insomma resto aggrovigliata da tutte queste brutte sensazioni. E farfuglio qualcosa alla maestra: mi dispiace, mai fatto, mai avuto problemi l’anno scorso a scuola, di solito non riesce neanche a difendersi, figurati attaccare.
Lei mogia, mogia. Ha capito che qualcosa non andava.
Io le ho spiegato amore non usare la violenza.
Mi ripeto pure, sono bambini. Ha solo due anni e mezzo. Forse ha ragione chi mi ha detto che in qualche modo deve iniziare a guadagnarsi il rispetto  agli occhi del suo amico. E nella sua testolina forse sarà passato il messaggio “se lo meno pure io, mi rispetterà di più”. 
Lei a domanda nega. Dice mamma niente. Però a scuola non ci vuole più andare. Lei la bimba che quando la devo punire devo dirle “amore guarda che non ti mando a scuola”, ora mi chiede di non andare.
Non voglio montare un caso. Tutti ci siamo graffiati, tirati codini, spinti con i nostri amichetti.
Bè io in realtà , ero più tra quelli che le prendevano senza reagire. Perché sin da allora di fronte alle cose brutte, io  reagisco con la sopresa. Con il rincoglionimento  lo sgomento. Mi blocco.
Poi da grande ho imparato. Ho imparato a difendermi e a pensare che non fosse colpa mia. Che quello che mi accadeva o dicevano non era per colpa mia, non sempre. 
Ma resto sempre più brava a difendere gli altri che me stessa. 
Per me stessa sono più brava ad incassare. E ora mi ritrovo a fare lo stesso “giochino” con mia figlia. Che se le prende, dai non fa nulla. Ma se le da, magari anche solo per difesa, non mi sta bene per nulla, oppure mi perdo in mille pensieri funesti, “mamma degenere” “dove sto sbagliando”.
Senza contare che ora sono pure in difficoltà con la mamma del malcapitato. Ho chiesto scusa per l’accaduto. Ma faccio fatica a parlare della cosa, mi sento in imbarazzo. Anche se lei è la stessa mamma del bimbo che spesso le da a mia figlia. In  quel caso sono serena e tranquilla. Anche perché come ho detto capisco, sdrammatizzo è ho chiaro in mente il messaggio da dare a mia figlia. Poi la mamma è giustamente infastidita per il morso, ma è la prima che mi dice “chissà che ha fatto il mio”.
Insomma mi trovo in difficoltà forte.
Va bene. Condanniamo la violenza. Ma è giusto crescere un figlio nell’idea che se ti fanno qualcosa, tu non devi reagire? 
E come far capire la differenza tra difesa e attacco.
È meglio aspettare l’età della ragione, in cui questa differenza sarà chiara e nel frattempo, dirle: amore incassa e al massimo frigna va…che è meglio.



Filed Under: Senza categoria

Comments

  1. Graziana (La stanzetta inglese) says

    24 Settembre 2013 at 11:13

    E ci credo che non vuole tornare a scuola, le maestre ne hanno fatto una tragedia di queste piccole zuffe tra bimbi, avrebbero dovuto gestire con più delicatezza la situazione. Tu puoi fare ben poco, non eri presente, non sai cosa ha spinto la piccola Giada a colpire, e anche se lo immagini, Giada ha soprattutto bisogno di sentirsi rassicurata e amata dalle maestre e dagli altri bambini e poi potrà tornare a scuola con il sorriso di sempre. Povera cucciola, chissà che stress per lei! Un abbraccio

    Rispondi
  2. Mimma Zizzo says

    24 Settembre 2013 at 11:45

    Devo dire che il giorno dopo la stessa maestra ha ridimensionato episodio, dicendomi “è l’età”. Tra l’altro oggi è successo ad altri bimbi. Certo secondo me loro sono molto severi, le scuole inglesi sono famose per la disciplina quindi hanno un approccio molto “rigido”. Comunque se mai dovessi rendermi conto che lei non è serena farò le mie considerazioni.

    Rispondi
  3. Rachele says

    24 Settembre 2013 at 11:54

    Ti capisco sai? il primo periodo di asilo faceva così Marco. Anzi, prima buttava per terra i bambini e poi li prendeva a calci. Adesso mi fa ridere immaginarmi la scena, ma allora ero disperata… ti senti giudicata dalle maestre e pensi che possano credere che le impara in casa certe cose! però se sono maestre… e coi bimbi ci lavorano da sempre… credo che lo sappiano che è davvero l’età!
    e per quanto riguarda l’altra mamma, fregatene: di sicuro se tua figlia ha reagito così era stata provocata. Se è stata una reazione all’ennesimo dispetto, ha fatto bene a reagire.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Settembre 2013 at 12:04

      la mamma più tranquilla di me, ne abbiamo parlato, oggi poi tocca a lei…insomma è sicuro l’età. Ma la maestra che arriva come un falco, ti prende da parte e ti guarda con una faccia serissima …ti fa un effetto…

      Rispondi
  4. Rachele says

    24 Settembre 2013 at 11:56

    ps
    la maestra è ufficialmente una deficiente

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Settembre 2013 at 12:01

      ci siamo commentate in contemporanea….ma che stress qs scuole all’estero, ora per un motivo ora per un altro. Mi hai fatto ridere. Si ho scritto qs post nel pieno della mia angoscia, poi per fortuna, non solo io, ho ridimensionato…..

      Rispondi
  5. Anonymous says

    24 Settembre 2013 at 14:52

    Io vado controcorrente… ha reagito a sgarro e angherie e si e difesa.. tu fai bene a dirle che nn si morde…ma che ci si difende..nn sempre subire se no si viene presi di mira poi..
    il mio grande di solito subisce…ha iniziato da poco asilo..gli ho detto che se un bambino lo spinge o lo mena deve dirlo alla maestra..ma se questo continua che gli dia un pugnetto.
    picchiare cosi per picchiare no ma per difendersi si 🙂
    ps. ho scoperto il vostro blog da poco..bellissimo…bravissime complimenti ! vi seguiro 😉
    manu

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Settembre 2013 at 15:48

      Benvenuta Manu, anche il marito la pensa come te….vediamo come va a finire.

      Rispondi
  6. Valentina says

    24 Settembre 2013 at 15:33

    Vittoria mena. Di brutto. Se non ottiene quello che vuole, se i bambini non fanno ESATTAMENTE i giochi che lei decide, se le dici un no. A ripetizione rimprovero, ignoro, metto a riflettere. Ho provato tutte le tecniche consigliate da esperti e non. Sembra che nulla serva. E se le spiego che, in questo modo, i suoi amici si scocceranno e non vorranno più giocare con lei la sua riposta è “Tanto domani si sono dimenticati e intanto ho vinto io!”. Non commento ulteriormente che mi sento veramente hopeless.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Settembre 2013 at 15:47

      Mi serviva un post così. Grazie mi sento meno sola. Spero che non ricapiterà, ma mi rendo conto che è più comune di quanto pensassi, anche tra le bambine. Ma non erano tutte principesse?? comunque la sua risposta è geniale. Ma non diciamoglielo.

      Rispondi
    • Valentina says

      25 Settembre 2013 at 10:16

      Per Giada sarà stato decisamente un episodio. Per Vicky stiamo valutando cosa fare perché la situazione va avanti già da un po’. Abbiamo avuto un incontro fiume (2 ore) con direttrice, maestre e psicologa della scuola. Sono state molto carine e molto delicate e abbiamo cercato di affrontare i motivi del disagio e della rabbia della nostra ribelle. Carattere certo ma non solo. Io suggerivo già un sostegno con una terapista, Loro sono dell’idea di aspettare, perché i bambini cambiano, attraversano delle fasi che poi superano. Spero che menare non sia la cifra di mia figlia. A chi mi dice che ha un carattere da leader, rispondo che è una grandissima balla. I leader sono quelli capaci di convincerti a seguirli e renderti felice di farlo. Chi ti mena perché hai un’idea diversa dalla sua si chiama terrorista. E poi da dove cavolo le viene tutta questa rabbia? E giù a chiedersi cosa abbiamo sbagliato… Forse in terapia dovrei andarci io prima di tutto. Se qualcuno ha consigli da offrire io sono più che disponibile ad accettarli eh… Sorry per lo sfogo ma immagino che in questo “posticino tranquillo” ci sia un’altissima concentrazione di persone che possano avere un’opinione circostanziata in merito…

      Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      25 Settembre 2013 at 15:26

      Cara Valentina, tu stai facendo tutto quello che è giusto fare, mi sembra che a differenza di tanti non sottovaluti la cosa. E concordo sulla definizione di leader. Aspetta. continua a farle sentire il tuo supporto, tu stessa a non mostrarti troppo nervosa. Io sono fiduciosa. Ma comprendo la tua ansia di mamma io per un episodio non ho dormito la notte. Che dici influirà che ne abbiamo solo una? e ci concentriamo troppo? anche se io conoscendomi per carattere lo farei anche con 10.

      Rispondi
  7. Graziella Pezzetta says

    24 Settembre 2013 at 18:13

    io penso che la maestra voglia far sentire in colpa te perchè è lei ad aver mancato, la maestra è un’educatrice prima di tutto, è lei che deve gestire la classe, se la bimba morde sicuramente sta vivendo un disagio, forse il cambiamento Italia nonni e parenti e feste e Kuwait dove la lingua è diversa e la realtà è diversa, hanno bisogno di un periodo di assestamento, di decompressione e reagiscono allo stress, questo lo dovrebbe capire anche la maestra e non cercare di far sentire te inadeguata, e comunque non condivido il concetto che “i maschi sono fatti così” è verissimo che sono fatti così, proprio per questo le bambine, specialmente devono sapere da subito che subire angherie non è “normale” che devono difendersi, altrimenti da adulte una vocina dentro di loro dirà “porta pazienza, accetta, i maschi sono così” con questo non ti voglio assolutamente criticare, anzi, hai tutta la mia ammirazione, devi gestire una situazione nuova da sola, ma rasserenati, il comportamento di tua figlia è perfettamente normale, tu falla sentire tranquilla, portala a scuola e prendi posizione con la maestra, che non vuol dire la mia bimba è una santa e non ha colpe, significa cara maestra tu cosa intendi fare? qual è il tuo progetto pedagogico? io faccio la mia parte e tu cosa fai? altrimenti tu starai male e la bimba non capirà l’esatta portata del gesto. Hai tutta la mia solidarietà e un bacio virtuale 🙂

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Settembre 2013 at 18:42

      sai che hai ragione sul messaggio, sui maschi? ribadisco maestra ha ridimensionato con “sono cose che capitano”, e oggi all’altra mamma ha detto che anche suo figlio menava. Quel giorno evidentemente eravamo tutti troppo agitati.

      Rispondi
  8. Moky says

    24 Settembre 2013 at 18:27

    Miciomao x tutti i tre anni di materna si è dato botte da orbi col suo amico del cuore, tant’è che la maestra mi ha richiamato più volte. Cosa ho fatto? A parte parlare con la mamma del suo migliore amico, per scusarmi del viso graffiato che aveva suo figlio, abbiamo deciso di comune accordo di riprenderli un po’ e di lasciarli fare, infondo sappiamo che si vogliono bene e che sono talmente legati tra loro che è come se fossero fratelli e si prendono la libertà di mettersi le mani addosso. Quest’anno ancora non l’hanno fatto e speriamo che non arrivino mai alle mani, perchè secondo me le maestre non la vedrebbero come noi!!!

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      24 Settembre 2013 at 18:43

      si probabilmente la confidenza aiuta a menarsi meglio…..

      Rispondi
  9. Mom says

    24 Settembre 2013 at 22:52

    Ricordo che era successo a mia figlia (lei era la vittima): sono arrivata a prenderla e l’educatrice mi accoglie piangendo spiegandomi l’accaduto… era lei che si sentiva in colpa perché in quel momento, evidentemente, NON STAVA GUARDANDO.
    Lascia che se le diano. Ma tu fai capire alla maestra che lei è lì per evitare che questo accada!

    Rispondi
  10. mammapiky says

    26 Settembre 2013 at 23:57

    Ho lo stesso problema con Cestino. Lui non mena, glielo abbiamo insegnato in tutte le lingue e sembra aver capito e non lo fa, però ( e questo succede con i cugini tutti più grandi di lui) spesso le prende ed ultimamente reagisce con molta rabbia. Questo mi fa riflettere, perché vero che la violenza non si usa, ma a difendersi si deve imparare, il difficile e’ capire come e soprattutto cosa spiegargli. Se hai idee, accetto volentieri!

    Rispondi
  11. Starsdancer says

    27 Settembre 2013 at 11:40

    Arrivo da Lucy, e questo argomento mi interessa tantissimo. Anch’io come te insegno ai miei figli a non reagire, a non picchiare, insomma la violenza non va mai bene. Però sono sempre nel dubbio della difesa, se non imparano a difendersi rimarranno degli indifesi? Se non imparano ora quando? In fondo tutti ci siamo tirati i capelli, pugni calci etc da piccoli, lo abbiamo fatto e tutti i bambini continueranno a farlo, se non c’è un adulto che controlla, perchè se c’è l’adulto e mio figlio si becca i colpi e tu maestra non hai visto niente io inizio ad arrabbiarmi, mi arrabbierei anche se fosse mio figlio a picchiare. Anch’io mi sento meglio dalla parte del bimbo che subisce, perchè in genere anch’io sono abituata a subire, perchè per rispetto ed educazione non rispondo anche se questa situazione inizia a rompermi, devo comunque preservare me stessa e i miei figli. preferirei che imparassero a difendersi con le parole piuttosto che coi colpi. Scusa ma la mamma del bimbo che ha graffiato tua figlia la scorsa settimana si è scusata? GLi è stata fatta la ramanzina anche a lei? Perchè io avrei protestato motlo di più in quella occasione. Scusa la lungaggine 🙂

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      27 Settembre 2013 at 12:02

      i graffi sono successi nel we, noi ci vediamo anche fuori e non ne abbiamo fatto drammi. La mamma non mi ha chiesto scusa e io ho rimproverato il bimbo, perchè le mani buttate agli occhi non le sopporto. La cosa che però un pò mi ha infastidito è che quando il bimbo ha il giorno dopo tirato i pugni nella pancia di una bimba, la maestra è stata più solidale con la mamma. Le ha detto pure mio figlio menava, per carità ha messo il bimbo in punizione ma alla mamma non ha fatto drammi. Quindi alla fine sai che c’è? Che come al solito occorre accaparrarsi le simpatie delle maestre e in questa quella mamma è bravissima, molto più di me, che mi faccio molto i fatti i miei. E non sono neanche la mamma che scrive, perchè qua tocca scrivere o fare tante domande…e qs cosa nn mi piace proprio. Ma siamo solo all’inizio dell’anno scolastico. Vediamo come va a finire…voglio vedere come si comporta qs maestra…e ho deciso che va bene che mia figlia si difenda. Io per carità le insegnerò che con la violenza non si risolve, ma subire è pure peggio.

      Rispondi
  12. Anonymous says

    28 Settembre 2013 at 0:16

    Visto che questi episodi succedono fra quei bambini, non importa se in classe o fuori, le maestre dovrebbero pianificare un lavoro da fare con i bambini stessi, in collaborazione con le famiglie, per risolvere il problema.
    Ad un figlio direi di difendersi, sì, ma in maniera passiva e di chiedere aiuto agli adulti.
    Comunque, la bambina è piccola e non mi porrei grossi problemi su quel che è successo.
    Il problema di quel tipo si presenta più serio quando i figli sono più grandi e le mamme si trovano davanti al dilemma: nella mia educazione tengo fermi il dovere dell’onestà, del rispetto per gli altri, del non scendere a compromessi, ecc… o, facendo così, rischio di fare dei miei figli delle persone che, nel mondo adulto in cui si lotta senza quartiere, saranno sommerse e diventeranno degli infelici perdenti? Qui il problema si fa serio. Riporto la mia esperienza di madre di figli adulti.
    Pur essendo a volte assalita da timori per il futuro dei miei figli, ho tenuti fermi quei principi, senza deroghe o eccezioni, sostenendo con loro che le persone quasi sempre sono molto meno nemiche di quel che si può temere, che si deve avere fiducia negli altri fino a prova contraria, che anche la gentilezza e l’onestà pagano, che certi valori sono troppo importanti per tradirli, ecc…
    Subito prima di immettersi nel mondo del lavoro un mio figlio, preso dall’ansia per le nuove sfide che lo aspettavano, mi ha accusato di aver fatto male ad educarlo così, perché lui sarebbe stato incapace di difendersi in un mondo dove ognuno cerca di tagliare le gambe agli altri (ha espresso il tipico timore delle madri quando devono fare quel tipo di scelta educativa). Ho tenuto la mia posizione anche in quel momento.
    Ora tale figlio sta facendo una brillante carriera, è molto apprezzato in tutti gli ambienti di lavoro in cui ha operato, ed anche l’altro figlio fa la sua strada senza problemi, entrambi senza aver mai sgomitato ed, anzi, avendo messo in atto molta disponibilità all’aiuto disinteressato degli altri. Non si fanno mettere i piedi sulla testa ma sempre senza attaccare. La sicurezza di sé penso venga a loro dal fatto di essersi sempre sentiti molto amati in famiglia.
    Con questo mio discorso non voglio vantarmi, perché ogni volta che i miei figli fanno qualcosa di buono mi reputo solo molto fortunata, ma voglio testimoniare che una tale educazione non forma dei perdenti ma persone forse più forti di altre.
    Mila

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      29 Settembre 2013 at 17:49

      Grazie Mila per la tua bella testimonianza. Ne farò tesoro.

      Rispondi
  13. Squa says

    30 Settembre 2013 at 7:44

    Anche Pisti menava parecchio. Anche noi. con un po’ di pazienza(da parte nostra) ha capito bene che non si fa, ma ancora a volte non si trattiene. Sicuro non si trattiene con i compagni dell’asilo: E non si ferma neppure con i grandi. L’ho visto con i miei occhi, al parchetto, strattonare una ragazzina che avrà avuto 8 anni (lui 20 mesi).

    All’origine degli episodi mi son trovata a discutere con le educatrici del nido che invece minimizzavano e dicevano “son fasi, passerà, nonsi preoccupi”. Certo che non bisogna fare drammi, ma se non ci si PRE-occupa non si sa mica dove si va a parare.

    Indubbiamente bisogna insegnargli a difendersi, ma assolutamente non con la violenza.

    Poi, ho capito che devo superare il mio rigetto del parchetto, spesso pigramente dicevo ma si tanto gioca in compagnia al nido, quando è a casa ce ne stiamo per i fatti nostri. INvece se non lo “portiamo in società” noi genitori e non vediamo come si comporta non c’è modo di fare interventi educativi e tutto resta nelle mani del nido, dove per forza di cose non ce la fanno sempre.

    Rispondi
    • Mimma Zizzo says

      30 Settembre 2013 at 21:10

      Noi incontriamo un sacco di persone fuori. Io amo scappare via il pomeriggio. Poi veniamo da un estate very social. Dove non ci sono stati incidenti di nessun tipo. Abbiamo pure l’abitudine di vederci tantissimo anche con l’amichetto in questione. Conosciamo la loro voglia di contendersi tutto, solo che lui è molto forte fisicamente e tende ad usare la sua forza, ma è una nuova fase, e Giada invece mostra chiari segni a non voler stare zitta. A voler avere l’ultima parola. Insomma un bello scontro. Noi ci lavoriamo da sempre. Perchè i figli si sa vanno a fasi. Ora abbiamo quella fisica, ma sembrano aver capito, sopratutto Giada. Anzi ora è terrorizzata da far male a qualcuno. L’altro giorno ha urtato inavvertitamente una bimba ed è venuta a nascondersi vicino al divano. E questo un pò mi è dispiaciuto, non voglio neanche che diventi un problema. E ieri mi diceva mamma tu vai a scuola e non spingi mai nessuno, non tiri morsi a …(fa i giochi di ruolo). Insomma con loro è impossibile annoiarsi e davvero riscopri la vita, anche le prime vere difficoltà.

      Rispondi

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