<Amore quella è una portaerei Italiana, è una delle cose belle che ancora facciamo bene, lì ci sono tanti italiani che lavorano, tante famiglie che gravitano intorno a quella immensa nave, che ancora regala sogni e futuro a tanti. Amore, quella è l’Italia>.
Certo, a lei interessa solo quello. Non può capire che per noi vedere un’ eccellenza italiana qui, dove viviamo noi, vuol dire riaccendere un po’ di quell’orgoglio nazionalistico, che spesso, visto la situazione in cui versa la nostra amata Italia, siamo costretti a far tacere. Anzi, spesso ci tocca subire commenti e dare spiegazioni.
Poi è ricomparsa la mia party girl, quella ormai diventata un 10% della mia vita. Quanto mi è piaciuto essere tirata a lucido, girare con un bicchiere in mano, tacco dodici, parlare con tutti e se non lo fai tu, sono gli altri che lo fanno. Farsi felici le foto sotto l’elicottero. Anzi sorridere a quello che si intrufola e vuole farsi una foto con noi. Raccontare e raccontarsi. Ridere con i mariti, che a volte la così impegnativa vita quotidiana neanche ti fa scambiare due parole con calma, figurati scherzare ed essere contenti.
Mentre ci stavamo dirigendo all’hangar dove era stato allestito un mini rinfresco, mi sono fermata a guardare la “scenografia”, si perchè l’hangar era rivestito da un’immensa tenda beduina, regalo di uno sceicco e mi faceva strano questo binomio che ormai è ricorrente nella mia vita: Golfo Persico e Italia. Due entità separate ma complementari, che ben stanno insieme. Ho colto lo sguardo di un giovane ufficiale e non ho potuto fare a meno di dirgli : “Mi sembra di stare a casa”.
E lui mi ha risposto, “ma lei è a casa. Ora è sul suolo italiano. Questa nave è Italia”.
Che parole magiche. “Questa è casa. Questa è Italia”.
Come una bimba sono corsa da Drusilla che era poco più avanti e le ho detto: “Drusilla questa nave è casa, è Italia, per qualche ora siamo tornate a casa”.
E pure lei ha iniziato a sorridere. Come sempre lei capisce il senso delle mie parole e non solo, mi ha detto” ti rendi conto che solo una scala ci separa dall’Italia? Non lunghe ore di volo?”.
Probabilmente siamo delle inguaribili romantiche, sognatrici. Ma le radici sono ben presenti in noi e per una sera siamo state così felici e orgogliosi tutti di tornare in Italia.
Una bella Italia. Un Italia produttiva, che ci prova almeno.
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ecco cosa ci separa da casa! affrontarla con i 12 cm di tacco non è stato facile |
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il protagonista più fotografato |
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la bandiera |
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noi e l’infiltrato. scusate la qualità ma fatta con cell |
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il giorno dopo Drusilla è tornata in gita con i bimbi |
Ragazze esperienza indimenticabile,sono felice per voi.Anche questa volta siete riuscite a farmi piangere.Si w l’Italia anche e ancora di più in questi momenti difficili siamo una forza e ne dobbiamo essere orgogliosi .Grazie per aver condiviso con noi le vostre emozioni nonna Stefy
è vero nonna Stefy qs Kuwait ci sta regalando tante belle sorprese.
Che bella serata amiche, Mimma ultimamente i tuoi pezzi mi fanno venire gli occhi lucidi. Cosi’ suggestiva l’ idea che basti salire una scaletta per essere in Italia….Come mi sarebbe piaciuto essere li’ con voi, ma con il pensiero ci sono stata: mi dicevo ora le ragazze si preparano, ora saranno a bordo, ora dovranno respingere l’assalto di fans scatenati, ufficiali gentiluomini e paparazzi….Pero’ una curiosita’ me la dovete togliere: ma l’ infiltrato..chi e’?!?!? Un abbraccio dall’amica Fede da Singa
tu sei sempre con noi! santo whatsapp
Ah sono finalmente riuscita a configurare google…solo un anno per riuscirci…
Grande SingaFede!!!!
L’infiltrato non ho capito nemmeno io da dove arrivasse, ti assicuro che non era italiano.
Mi sono commossa. Deve essere stata un’esperienza incredibile! Quando c’eravamo non sentivamo tanto l’ Amor patrio come lo sentiamo ora che siamo lontani. L’ altro giorno mi sono venuti i lucciconi a vedere una pubblicita’ americana in cui come colonna musicale c’e’ una canzone di Mina.
io in realtà ho sempre avuto un certo orgoglio nazionale, però questo miscuglio di emozioni è diverso. C’è mancanza, nostalgia, amore…e pure un pò di amarezza.Immagino che sentire mina…in america faccia effetto
Che bello, come sono felice che almeno per un po’ siate tornate a casa! La vita lì deve essere affascinante e meravigliosa, certo, ma la lontananza deve essere pesante. Figurarsi che io, che abito solo da qualche anno qui in Sicilia e vengo dalla parte opposta dell’Italia, pur essendo italiana e parlando la stessa lingua [quasi, qui molti mi parlano un dialetto incomprensibile] certe volte mi sento così lontana, così diversa dalla gente di qui. Mi manca la mia terra, il dialetto, la cadenza, la musicalità, il cibo della mia regione… Mi rendo conto che la vostra situazione è ben diversa e quindi di capisco ancora di più. Che bello sentire qualcuno che dica ancora W l’Italia, qui sembra che a nessuno interessi più molto… Baci baci tricolori!
Elli
ahhhhh la sicilia….la mia seconda cosa. Però comprendo cosa tu voglia dire.
abbracci tricolori
sto piangendo… commossa.
bella Renata! mi pensi appena metti il piede sul suo amico?
….che belle parole! Vorrei espatriare anche io per provare gli stessi sentimenti che, ahimè, il mio paese in cui sono rimasta a vivere e nel quale credevo profondamente, ha definitivamente cancellato dal mio cuore.
Un saluto.
Marya ti capisco! amarezza
La sera del 12 scorso, ero nel quadrato ufficiali della nave Etna a sbocconcellare pizzette e scaglie di grana, quando una graziosissima signora ha attirato la mia attenzione non soltanto per la sua presenza e eleganza, ma anche perché ho ascoltato dei frammenti della sua conversazione in cui si riferiva a un blog, e a un post da scrivere.
Essendo anche io blogger dilettante, ma essendo impegnato in altre conversazioni “formali”, mi sono limitato a annotare mentalmente la cosa.
Tornato a casa in Italia il giorno dopo, ho dato in pasto a Google parole chiave come “blogger” “Italia” “Kuwait” “expat” e mi è comparso il link a “Mamme nel deserto”.
Ho letto alcuni post, e li ho trovati molto ben scritti e simpatici. Ma non ero ancora sicuro che le simpatiche autrici fossero le persone che avevo visto e ascoltato sulla nave.
Fino a stasera.
Visto questo post, l’ho letto avidamente e vi ho ritrovato il racconto di quella bella serata, delle emozioni provate (perché anche io, sebbene non espatriato, ho provato una forte emozione a vedere tanta passione italiana concentrata in quel pezzo di metallo grigio…), e delle atmosfere vissute.
Anche io sono rimasto deluso di non aver potuto vedere la Cavour, ma comunque sono stato felice di aver avuto – quasi casualmente – una bella e insolita opportunità di calcare questa strana specie di suolo italiano…
Ripensando oggi a quelle sensazioni, mi viene da chiedermi però perché noi italiani riusciamo a essere italiani, ad essere popolo, e a dare il meglio di noi, solo se e quando siamo lontani da casa…
Comunque, complimenti ancora per il blog, che ovviamente mi potrà annoverare da oggi in poi fra i suoi frequentatori.
ma no ..che peccato che non ci siamo conosciti, tra blogger ci saremmo capiti ancor di più. Sono felici che sono riuscita ad interpretare l’emozioni di tutti.
Sai che invece io ho la sensazione che noi non siamo quasi mai in grado di fare davvero popolo? Anche noi ti verremo a trovare.
Vi aspetto (anche se ormai scrivo così poco…)!
Buon Natale Kuwaitiano!
Bellissimo post! E bello il commento qui sopra. Brave amiche ♡♡ grazie!
Grazie a te di esistere….per la cronaca penso solo alla canzone di amanda lear……
Mi ripeto ma avete commosso anche me
bella Vale!
Sorella tu e Dru mi avete commossa,come sempre! è vero siete lontane e ci mancate però qsta esperienza ve ne fa vivere di altre molto belle! ci mancate tanto tanto ma ormai manca poco e vi vedrò!!!nn vedo l ora.vi amo
sorellina….non vedo l’ora !!!
Mi avete fatto vivere l’emozione di quella scalinata….quell’orgoglio italiano che ti rende felice quando lo si riesce a provare ..nonostante i tempi odierni. …che esperienza stupenda ..blogger!!!!!!
che dici mamma jago è arrivato il momento di farsi maglietta I’m blogger?
Come sempre grazie a Lucy che mi porta qui
bellissimo post!!
Questo commento è stato eliminato dall’autore.
lei è la nostra pippo bauda. Grazie, anche se noi ti conosciamo. Un abbraccio
Bellissimo post, mi sono commossa <3
Mi inserisco affettuosamente fra i commenti di tante signore. Sono il suocero di uno degli ufficiali superiori di quella flotta e condivido la commozione di voi signore, un po’ romantiche ma sincere, anche perchè ho avuto anch’io, molti anni fa, un’esperienza simile alla vostra. Una nave della Marina italiana aveva risalito il fiume San Lorenzo e il Lago Ontario in Canada e noi espatriati avevamo partecipato alla festa di accoglienza, In quell’occasione una delle mie tre figlie conobbe un ufficiale che poco più di anno dopo me la sposò (fuori una!!!) ed hanno celebrato le nozze d’argento già da un paio d’anni. In effetti, una nave italiana all’estero è l’Italia, la nostra Italia, ma l’Italia non è soltanto quella delle navi e delle armi. C’è il paesaggio, l’arte, l’ingegno del nostro popolo e ne fanno parte anche …..i tacchi a spillo.
Mi inserisco affettuosamente fra i commenti di tante signore. Sono il suocero di uno degli ufficiali superiori di quella flotta e condivido la commozione di voi signore, un po’ romantiche ma sincere, anche perchè ho avuto anch’io, molti anni fa, un’esperienza simile alla vostra. Una nave della Marina italiana aveva risalito il fiume San Lorenzo e il Lago Ontario in Canada e noi espatriati avevamo partecipato alla festa di accoglienza, In quell’occasione una delle mie tre figlie conobbe un ufficiale che poco più di anno dopo me la sposò (fuori una!!!) ed hanno celebrato le nozze d’argento già da un paio d’anni. In effetti, una nave italiana all’estero è l’Italia, la nostra Italia, ma l’Italia non è soltanto quella delle navi e delle armi. C’è il paesaggio, l’arte, l’ingegno del nostro popolo e ne fanno parte anche …..i tacchi a spillo.
Grazie Giacomo per aver portato la tua esperienza . Chissà se anche quella sera e’ nato un nuovo amore . I tacchi la nostra croce e delizia , ma era troppa la voglia per una sera di sentirsi ancora carine e di lasciare i soliti infradito
Simpatico il tuo commento, Giacomo! Pero’ la tua esperienza da expatriate e’ stato molto diverso perche’ non c’era mai dubbio che saresti tornato in Italia, la tua terra, che t’avrebbe accolto bene per il resto della vita. Come sai, invece, la mia esperienza e’ quella di un’expatriate all’inizio, che poi e’ diventata situazione permanente. E’ strano e spesso doloroso sapere che nella tua terra probabilmente non ci tornerai mai piu’. E continui a tener viva l’immagine dell’Italia di tanti anni fa, un’Italia dei tuoi genitori che non esiste piu’. Quello che noi Italiani non piu’ Italiani speriamo con tutte le nostre forze e’ di veder rinascere quella terra di tante bellezze, di tanta intelligenza e di ottimismo per il futuro. Quell’Italia e’ rappresentata da questa missione della portaerei Cavour, dall’entusiasmo dell’Ammiraglio Treu e da quello ti tutti noi expatriates che sognamo un’Italia nuova. A proposito, l’Italia del futuro e’ anche rappresentata dal figlio dell’Ammiraglio Treu che, invece di rimanere all’estero (diversamente da quello che dice il Blog su questa pagina) e’ tornato in Italia ed ha trovato un’ottimo lavoro li come ingegnere. Bravo!!
Elena grazie mille per il tuo commento. Per quanto riguarda la storia del figlio dell’ammiraglio Treu riportiamo quello che ci ha riferito lui stesso, se le cose sono cambiate nel frattempo noi non lo sappiamo. Un saluto