Fabio Genovesi è ormai una realtà del mondo letterario.
Vincitore del Premio Strega Giovani nel 2015 con “Chi manda le onde” (Mondadori), Fabio Genovesi torna il 5 settembre con un nuovo romanzo, “Il mare dove non si tocca” (Mondadori), in cui narra le peripezie di un piccolo grande eroe, Fabio, alle prese con il mondo della sua bizzarra famiglia e quello dell’ambiente che lo circonda. Un viaggio a ritroso nel tempo per apprezzare il valore della diversità.
Ha impiegato tre anni a scrivere Il mare dove non si tocca. Iniziato prima di terminare il precedente Chi manda le onde, è stato oggetto di moltissimi tagli.
Si tratta di un libro in parte autobiografico, l’autore stesso è ritratto sulla copertina.
Ho letto che l’autore per essere sicuro che la voce del suo protagonista bambino non desse l’idea di un bambino che parlava da adulto, ha letto l’intero libro ad alta voce, cercando di sfrondare tutto quello che appariva superfluo e poco spontaneo.
TRAMA – Fabio ha sei anni, due genitori e una decina di nonni. Sì, perché è l’unico bimbo della famiglia Mancini, e i tanti fratelli del suo vero nonno – uomini impetuosi e pericolosamente eccentrici – se lo contendono per trascinarlo nelle loro mille imprese, tra caccia, pesca e altre attività assai poco fanciullesche. Così Fabio cresce senza frequentare i suoi coetanei, e il primo giorno di scuola sarà per lui un concentrato di sorprese sconvolgenti: è incredibile, ma nel mondo esistono altri bambini della sua età, che hanno tanti amici e pochissimi nonni, e si divertono tra loro con giochi misteriosi dai nomi assurdi – nascondino, rubabandiera, moscacieca. Ma la scoperta più allarmante è che sulla sua famiglia grava una terribile maledizione: tutti i maschi che arrivano a quarant’anni senza sposarsi impazziscono. I suoi tanti nonni strambi sono lì a testimoniarlo. Per fortuna accanto a lui c’è anche un padre affettuoso, che non parla mai ma con le mani sa aggiustare le cose rotte del mondo. E poi la mamma, intenzionata a proteggere Fabio dalle delusioni della vita, una nonna che comanda tutti e una ragazzina molto saggia che va in giro travestita da coccinella. Una famiglia caotica e gigantesca che pare invincibile, finché qualcosa di totalmente inatteso la travolge. Giorno dopo giorno, dalle scuole elementari fino alle medie, il protagonista cerca di crescere nel precario equilibrio tra un mondo privato pieno di avventure e smisurato come l’immaginazione, e il mondo là fuori, stretto da troppe regole e dominato dalla legge del più forte. Tra inciampi clamorosi, amori improvvisi e incontri straordinari, in un percorso di formazione rocambolesco, commovente e stralunato, Fabio capirà che le nostre stranezze sono il tesoro che ci rende unici e intanto scoprirà la propria vocazione di narratore perdutamente innamorato della vita.
“La mia famiglia è così, dietro ogni scemenza c’è una storia che non finisce mai, milioni di racconti che schizzano fuori da ogni millimetro del nostro cammino tutto storto, con particolari precisissimi a tonnellate”.
Fabio ci apre il suo mondo di bambino che vira verso l’adolescenza, lo fa con l’entusiasmo puro di chi usa i superlativi per descrivere le cose, lo fa con un sacco di domande che non vengono mai pronunciate, sempre consapevole dei suoi sentimenti, delle sue azioni. Mi ha fatto sorridere Fabio, ma anche commuovere. Tanto, in entrambi i casi.
Nulla vi lascerà indifferenti, il Villaggio Mancini, anche se è vietato, le sue gite per funghi, in parrocchia, la scuola, la una festa in piscina, in ospedale, i tanti tipi strani e in gamba.
La sua passione per i manuali che ogni settimana prende dalla Signora Stella apparentemente così improbabili da risultare addirittura risolutivi in momenti chiave, e impara.
Vi consiglio nella lettura di questo libro di lasciarvi trasportare, di mettervi nei panni del piccolo Fabio solo così riuscirete ad apprezzarlo sul serio.
Mimma
ps questo libro partecipa al venerdì del libro di